stoccolma metropolitana arte

Stoccolma (Di gioia) parte 2

Stoccolma (Di gioia) parte 2

Secondo giorno in quel di Stoccolma. (se per caso vi foste persi la parte uno la potete ritrovare QUI )
Appena tirate le tende della camera ci ha dato il buongiorno un cielo di un turchese imbarazzante, quindi fuori dalla stanza immediatamente.

Il programma prevedeva giro per (spè che devo controllare come si scrive…) Östermalmstorg, cioè la zona nord, quella commerciale, quella con il mercato coperto.
Tappa a mio parere obbligatoria.

stoccolma bicicletta

Mi sognavo salmone e polpette da quando eravamo partite. E poi tutto il pomeriggio a Djurgarden (una specie di Central Park svedese).

Quindi colazione con la solita tonnellata di KanellBullar, caffè e via.colazione stoccolma
Volevamo prendere le bici ma c’era un piccolo imprevisto che non avevamo calcolato prima di partire; UN FREDDO PORCO.
Quindi abbiamo accantonato l’idea della bici, almeno finché non avessimo trovato un H&M aperto e fatto scorta di strati su strati.

Solo che sti svedesi son tanto brutti da vedere quanto stacanovisti. E l’orario di apertura dei negozi andava dalle 10.30 alle 16.30 del pomeriggio.
EHH! APPUNTO.

Cioè lo shopping hai 4h per farlo, un Gin Tonic ti costa 19 € e in inverno è sempre buio, per forza c’è il tasso di suicidi più alto del mondo. Sfido io…
Alla fine l’abbiamo trovato e abbiamo aspettato aprisse.

Breve giro di shopping e via per la città.
No ok non è vero, siamo state dentro almeno un’ora e mezza e siamo uscite con il necessario anche per un’eventuale giro in Siberia al ritorno. Sai te..

Stoccolma (Di gioia) parte 2

Comunque per quanto riguarda la moda scandinava devo dire che ‘I like it‘.
Ovviamente non mi fermo nemmeno a sottolineare il fatto che anche lì, come in tutto il mondo, eccetto che in Italia, a nessuno frega veramente nulla di come sei vestito.
Ma quello che davvero più mi è piaciuto, è il loro estetismo.

E non parlo solo del loro gusto nel vestire, che credo sia totalmente innato, non ricercato e non ostentato.caffe stoccolma design

Provo a spiegarvi meglio la sensazione che ho avuto.
Vi è mai capitato di trovarvi una sera a cena da soli a casa e di decidere di apparecchiarvi comunque la tavola, magari con una candela, un bel centrotavola, un bicchiere da vino di quelli del ‘servizio buono’ , aprirvi una bottiglia e godervi anche l’occhio un po’. Solo per voi.

O (questo più per le donzelle. E se non l’aveste mai fatto allora, dovreste.) di innamorarvi di un completino intimo e di comprarvelo, pur sapendo che non lo avrebbe visto nessuno all’infuori di voi. Si insomma di fare qualcosa per sentirvi belle, però solo per voi..

Ecco secondo me loro sono così. Sono esteti, curano loro stessi, così come curano la loro città. Solo per loro, per i loro occhi, per andarne fieri.

‘Ah la Svezia, la patria del design’, beh si… anche io l’ho sempre associata all’IKEA, a quei legni laccati e a tutti quei mobili dai nomi impronunciabili.
E invece no, quell’espressione credo di averla capita realmente solo una volta arrivata là.

Là il design si respira. E’ ovunque. Non sai mai se stai guardando un negozio di mobili, una galleria d’arte o un semplice bar.ikea
E’ tutto ordinato.
E’ tutto funzionale.
Loro sono ordinati e funzionali.

Stoccolma (Di gioia) parte 2

E’ tutto come nei cataloghi IKEA, dove tutto, anche l’immagine di una tazza lasciata per terra accanto ad un giornale per dare l’idea di vissuto, in realtà non è casuale.

Stoccolma è così. Mai casuale.

stoccolma panorama Skansen

Ammetto comunque, che è difficile spiegare Stoccolma e gli svedesi sotto questo punto di vista.
E per questo motivo ammetto anche che, seppur splendido, sono rimasta un po’ delusa dal mercato coperto. Si perché mi aspettavo un classico mercato alimentare,
quel mix di bancarelle, profumi, colori..
Invece in pieno stile svedese, era tutto perfettamente e schifosamente perfetto.mercato stoccolma Östermalms saluhall

Eh vabbè c’era da aspettarselo.
Ci siamo arrivate dopo lo shopping, quindi all’incirca alle 11.30.
Già dopo mezzo giro, avevamo la bava alla bocca. Almeno 3 giri per scegliere dove e cosa mangiare.
Prezzi incredibilmente alti ma ragazzi oh, per occhi, bocca e anima.

Dopo il pranzo abbiamo dovuto camminare un bel po’ per smaltire il tutto, ma poco male perché come vi dicevo avevamo in programma di passare il pomeriggio a Skanses.

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Una sorta di parco/museo all’aperto, dove oltre allo zoo si può rivivere l’atmosfera della Stoccolma di una volta.
Non sto a soffermarvi sul parco o sullo zoo, indubbiamente molto carini da vedere, il parco sicuramente di più.

L’unica cosa che mi sento di dire è che la vista migliore di Stoccolma è là.
Lo dico senza riserve proprio.

Inoltre sulla cima del parco si trova una ‘locanda’, con tavolini fuori, con vista mozzafiato e torte ancora meglio.. FIKA obbligatoria là. Ma che ve lo scrivo a fare!?

stoccolma fika skansen

Il resto del pomeriggio l’abbiamo passato sempre dentro il parco a girare in bicicletta. Piste ciclabili larghe, laghetti, animali liberi, qualche villa nascosta tra gli alberi che ogni tanto si lasciava intravedere…

Mia sorella non era molto d’accordo, ma c’è poco da fare, l’essenza di Stoccolma è proprio quella… e se non apprezzi tutto questo, allora non te la meriti.

Ovviamente ora di sera eravamo veramente stanche, ma era anche venerdì sera. Il minimo che potevamo fare era uscire a dare un’occhiata alla movida svedese.

C’abbiamo provato quantomeno. Abbiamo optato (spinte dalla casualità, ma soprattutto dalla fame), per un tipico pub. Era veramente stra colmo, ma sono comunque riusciti a trovarci un posticino.

Hamburger gigante per lei e polpette con purè e salsa di mirtilli rossi per me. Potrei dire che erano veramente buone, ma dovrei anche dire che avevo veramente fame, e quindi non saprei dirvi con certezza dove sta la verità.
Non solo comunque. Ci siamo beccate anche un concertino live. Eh si!

Erano partiti anche bene con del sano rock anni ’70. Ma ad un certo punto la serata è degenerata seguendo il flusso alcolico dei presenti e sono partiti con canzoni tipiche svedesi compresa la loro versione di ‘Nella vecchia fattoria‘.

Siamo rimaste un bel po’ ad osservare lo svolgersi della serata, anche perchè non avevamo alternativa. La musica era talmente alta che non riuscivamo a sentire nemmeno i nostri pensieri e il wifi non andava. O meglio andava, ma per lo stesso motivo per cui non riuscivamo a sentire i nostri pensieri, non siamo riuscite a sentire la risposta della cameriera alla domanda ‘Ma la password del wifi?‘, per ben due volte. Chiedere di ripeterla una terza volta ci avrebbe fatto passare da ritardate. Si ok sarebbe stato vero, ma…

In ogni caso, prima che la situazione degenerasse ulteriormente e ci tirassero in mezzo alla pista per i balli di gruppo, siamo scappate.

Anche perchè il giorno dopo ci aspettava il giro per i Fiordi.

E ormai la testa era già là..

stoccolma fiordi

stoccolma viaggio sola

Stoccolma (di gioia)

Un viaggio a Stoccolma

Quattro giorni di viaggio, 2 mesi di attesa. Sto giro l’organizzazione ha lasciato un po’ a desiderare. Forse perché stavolta non sono partita da sola.

«Ma come.. ce la meni tanto che viaggi da sola, ecc.. e poi..»

Eh lo so, c’avete ragione.. ma vi ricordate quando ho scritto «C’è solo una cosa che ti serve quando ti ritrovi a 26 anni, di nuovo single e con un lavoro che per certi versi ti fa sentire in gabbia»? Ecco… solo che stavolta ne ha 25 di anni ed è mia sorella.
Quindi l’ho portata via… però dai, giocavamo in casa in fondo.

Però si, ammetto che non è stato facile abbandonare il mio viaggiare in solitaria. Avevo paura di non avere la mia musica, i miei pensieri, il mio ‘perdermi’ per ritrovarmi.
«Vabbè, vorrà dire che sarò meno viaggiatrice e più turista per sto giro.»
Ma torniamo al gate.

Siamo sedute per terra come due deportate, aspettando aprano l’imbarco. Il resto dei nostri compagni di volo si sono già tutti alzati e posizionati ordinatamente in fila.. non ho mai capito perché, che fretta avete? Avete visto ‘Mamma ho perso l’aereo‘ troppe volte? Sono numerati i posti eh..

In ogni caso, per ingannare l’attesa, con la mente mi sono messa a fare il mio solito gioco… Osservare la gente ed immaginarmi la loro storia.
Che andassero anche loro a Stoccolma ne era certo, ma perché?
Andavano o tornavano?
Chissà se c’era qualcuno all’aeroporto ad aspettarli, con un cartello o un sorriso gigante..

Finché il mio sguardo non si è posato su una coppia, marito e moglie, seduti sui divanetti. Non saprei dire che età dimostrassero, o meglio lui all’incirca sui 55 anni, lei probabilmente gli stessi, ma forse per colpa dei capelli rasati o dell’aria stanca di chi sta combattendo contro qualcosa di troppo grande, le davo qualche anno di più.

In ogni caso, lui ad un certo punto si è alzato per fare a cambio di posto (purtroppo non so dirvi il motivo).. Lei con molta fatica si è alzata e seduta nel posto appena cedutogli dal marito.

Lui ancora prima che lei toccasse la sedia, aveva già preparato il braccio da metterle dietro la testa, così lei ha appoggiato la testa sul suo braccio e lui l’ha baciata sulla fronte.

E niente… questo solo per dirvi che l’Amore era in volo con noi per Stoccolma quel giorno. Forse non l’aveva mai vista nemmeno lui. E dunque eccolo li in attesa di essere imbarcato anche lui.

«Oh Michi dai che hanno aperto il gate!»

E N’AMO ALLORA.

Arrivate in ostello all’una passata dopo esserci ovviamente perse nella ricerca, siamo morte a letto.
Prima mattina.
Avevamo messo la sveglia, ma solo di proforma ovviamente, eravamo entrambe pronte al ‘viaggio’.

stoccolma viaggio bicicletta

Colazione rapida con brioche e caffè take away e via a cercare il noleggio di bici.

Ecco, ora io qua vorrei premettere una cosa. Girare le città in bicicletta è veramente bello. Puoi vedere tutto, risparmiare tempo, non chiuderti in metropolitane, insomma godertela di più.

Ma Stoccolma è in bicicletta è quanto di più simile alla morte. Ok ammetto che io ero abbastanza fuori allenamento e assomigliamo molto a Fantozzi durante la coppa Cobram, però veramente erano solo salite… 

Alchè voi potreste dire ‘Vabbè ma dopo le salite ci saranno le discese!’ Eh.. lo dicevo anche io e invece NO.

Oltrettutto il posto dove avevamo deciso di passare la mattinata era, e qua cito testualmente mia sorella: ‘A soli 8 km dal centro.. in bici ci mettiamo poco dai’.

SI OK. 
Sembrano sorrisi quelli della foto, ma sono spasmi.
E poi lì la bicicletta è il mezzo più gettonato, viaggiano ad una velocità supersonica e quindi guai a intralciargli il passaggio e rompergli il ritmo. Scatta la suonata di campanello con la stessa velocità con la quale da noi scatta il clacson a semaforo verde.

Maledetti loro, i loro caschetti e i loro polpacci abbronzati.

Comunque ce l’abbiamo fatta.
Sognavo di vedere questo posto da quando ho iniziato a pensare a Stoccolma.
Purtroppo ho una passione incomprensibile per i cimiteri, da tempo immemorabile, mi affascinano e in ogni città che visito devo vederne almeno uno.
Lo so sono strana.

Comunque fino a quel giorno, quello di Parigi li batteva tutti.
Poi però ho visto questo. 
Chiamato il ‘Cimitero del bosco’, per gli amici Skogskyrkogården.

Skogskyrkogården cimitero stoccolma

Si ecco fateci l’abitudine, gli svedesi snobbano le vocali, schifo proprio. 
Ma vabbè, torniamo al cimitero (anche se suona malissimo). E’ un posto veramente pazzesco, fiabesco, per quanto possa esserlo un cimitero.

Patrimonio Unesco, e già questo dovrebbe farvene immaginare la bellezza.

Avevo ovviamente visto milioni di foto prima di partire, però dal vivo (si pessima scelta di parole, non ridete, persone orribili) è tutt’altra cosa. 
Quindi molto rispettosamente (io, perché mia sorella e il suo bastone da selfie non molto. ‘Selfie col morto’. Ahahaha. Ok scusate la smetto.) l’abbiamo girato, anche se non tutto però, perché era pressoché impossibile.

Sicuramente una tra le cose che ho preferito vedere.

Skogskyrkogården stoccolma cimitero

E ovviamente dopo ogni cosa bella bisogna sempre compensare con una porcata. Abbiamo quindi deciso di andare a vedere (da brave turiste) il ‘panorama mozzafiato’ offerto dallEricsson Globe.
Una sfera gigantesca, quasi delle stesse dimensioni che hanno preso le mie palle durante il giro panoramico.

Stoccolma è splendida vista dal basso e anche dall’alto, ma non da lì.
Si insomma con quei 15 € il mio falegname mi costruiva una scala e da là la vedevo meglio.

Ora comunque arriva il bello. Il ritorno in città in bicicletta.
Con la stessa espressione di chi si accinge ad attraversare il miglio verde, ci siamo dirette alle bici. E con una velocità media di circa 3 km/h siamo tornate verso la City.
Intervallate solo da qualche ‘Oh fermati che devo fare la foto’, ma che in realtà entrambe sapevamo essere un «Oddio muoro, fermate n’attimo».
Bellissimo però, lo scorrere frenetico di Stoccolma, il sole alternato a nuvoloni, la fatica, il sudore, l’aria gelida, poi il tepore del sole di nuovo, poi la broncopolmonite, la morte.. e via così fino in città.

Fika stoccolma

Giusto in tempo per la Fika.
Risparmio le battute, che son fin troppo facili perfino per me.
Vi lascio spiegare da loro cos’è la ‘fika’, perché non saprei spiegarvelo meglio.
Ecco, loro c’hanno il Brunch e la Fika, noi c’abbiamo l’Apericena. Mortacci nostri.
Comunque dopo quella sfacchinata non potevamo che adeguarci alle usanze locali.

La città da una certa ora in poi, cambia aspetto, si rilassa, stacca.
Si riempiono i tavolini dei bar all’aperto e tutti escono con il loro caffè e il loro piattino di Kanelbullar. I loro dolcetti tipici.

kunelbullar fuka stoccolma

E tutta la città inizia a profumare di cannella e relax.
E Fika sia allora…
So che state sentendo anche voi profumo di cannella ora, quindi per ora ve lo lascio godere. Come abbiamo fatto noi..

Il resto la prossima volta. 🙂QUI