Approcci fantastici e dove trovarli

Approcci fantastici e dove trovarli

Quando sento dire «Se fossi donna, la darei a tutti», penso che gli uomini non abbiano la minima idea di quello che stanno dicendo. Prima di tutto per darla a qualcuno, ci dev’essere qualcuno che la vuole. E loro puntualmente replicheranno dicendo: «Ma dai, ché basta che sbattiate un po’ gli occhioni ed è fatta».

Sì, certo. Splendidi loro!

Ma avete mica una vaga idea dei casi umani che madre natura ha messo in circolazione? No? Ecco allora forse siete tra quelli.

Soprattutto quando ci dite che facciamo troppa selezione. Al di là del fatto che se facciamo selezione è perché siamo consapevoli di quello che ci meritiamo, ma a parte questo, vi assicuro che alcune volte non è selezione, è proprio: «Ma guarda, neanche fossi l’ultimo sulla terra, piuttosto la morte».

L’altra sera ero in discoteca con la mia migliore amica, stavamo chiacchierando su un pezzo che avevo scritto ‘Le cose da non dire mai ad una donna’  e sapendo già la piega che avrebbe preso la serata mi ha proposto di farne uno sui peggiori metodi di approccio sentiti. Neanche il tempo di finire la frase che si sono palesati i primi due. È bastato uno sguardo, ho preso il cellulare e ho iniziato a segnarmi tutto. Vi dico solo che ho avuto più spesso il telefono in mano che il Gin Tonic (mortacci loro!). Ma mi sono sacrificata per voi.

Che poi, tra un tentativo di abbordaggio e l’altro, la questione si è spostata sul come replicare. Non so voi, ma io non so mai come comportarmi. Io di indole sarei una stronza colossale, ma a volte penso: «Cavolo, però ci vuole coraggio per andare così da una e provarci, no?» E quindi cerco di non liquidarlo in malo modo. Errore. ERRORE MADORNALE.

Approcci fantastici e dove trovarli

Non so quale meccanismo malato scatti nel cervello dell’uomo in quel momento, so solo che l’unica cosa che noterà sarà un’insegna luminosa lampeggiante sopra la nostra testa, con su scritto: «Ci sta! Ci sta! È fatta!» Ma è fatta cosa? Cosa? Ti prego, mollami. Volevo solo essere gentile, per non prendermi dell’acida.

Potrete mettervi a guardare l’orologio, a guardarvi intorno, a farvi venire tic all’occhio sperando che la vostra amica vi veda e le venga un’improvvisa voglia di chiedervi di accompagnarla in bagno, ma niente da fare: vi si accolleranno peggio della colla a caldo sui vestiti. Per esperienza vi dico che solo il 5% di loro si accorgeranno dei vostri occhi che ruotano assieme alla testa, che manco ne Lesorcista, e diranno: «Be’, ti lascio, dai, ci vediamo più tardi in giro» (ahahahah, certo, sì, più tardi… fuga via via via più veloci della luce!). Il restante 95% starà a fissarvi, anche dopo aver finito le cose da dirsi, con quello sguardo che solo i serial killer nelle foto segnaletiche riescono ad avere. Se io fossi Ministro dell’istruzione, aggiungerei come materia “Metodi per liberarsi degli accolli”.

Scusate, torniamo a noi. Al contrario della sottoscritta, invece, la mia amica è, di natura, la persona più buona del mondo, ma quando si tratta di liquidare un eventuale abbordatore ha la stessa sensibilità di Crudelia De Mon. Quindi il più delle volte io rimango infognata in qualche situazione atroce, ma poi arriva lei, mi prende il braccio e molto semplicemente mi trascina via senza troppi convenevoli; anzi, se è in serata buona può anche lanciargli uno «Sciò, pussa via! Aria!», così io faccio spallucce e gli lancio uno sguardo dà ‘Eh scusala è fatta così, non è colpa mia!’

Detto questo, noi ancora non abbiamo capito quale sia il metodo migliore: se essere educate e rischiare l’accollo o se liquidarli e passare da “fighe di legno”. Forse dovremmo solo fingerci morte. Bando alle ciance, passiamo alle perle regalateci dagli esemplari-tipo di quella sera, ma che tutte conosciamo già molto bene.

Approcci fantastici e dove trovarli

  1. Si presenta uno con un maglioncino azzurro in testa, come la Madonna.
    – Ragazze, sono Gesù di Nazareth.
    – Quindi fai anche magie?
    – Certo, quello che volete.
    – Tipo sparire?
    Brutale, ma necessario.

  1. Gruppo di ragazzi: ci fissano un po’, avvicinandosi sempre di più. Ne arriva uno.
    – Ciao, posso presentarvi il mio amico?
    – Non poteva venire direttamente lui?
    – È timido. Ma se avrebbe coraggio, veniva!
    Sangue dalle orecchie. S A N G U E D A L L E O R E C C H I E

3.– Ciao, posso conoscerti?
– Ciao. No, scusami ma sono fidanzata.
– Vabbè, ma anche se una squadra ha il portiere, non significa che l’altra non possa    segnare.
Ah. E pensare che ci eravamo appena liberate della generazione di quelli che «Ma io mica sono geloso!»

  1. Si avvicina ballando come Carlton di Willy, il principe di Bel-Aire vestito come Tony ne La febbre del sabato sera. Quindi la risposta sarebbe già “no” a prescindere. No e NO!
    – Ciao, ragazze! Posso conoscervi?
    – No.
    – Ma come no?
    – No.
    – Ma dai, vi offro da bere?
    – Ah, be’, allora… no.
    – Ma… il vostro nome?

  1. E poi arriva lui. Il peggiore, a mio avviso. Quello che ti prende direttamente da dietro, mani sui fianchi, e inizia a ballarti attaccato prima che i tuoi occhi possano dire alla tua amica: «Ohmiodiomasetuseidavantiamechecos’èchemistatoccando». Ti giri e ti accorgi che è il fratello brutto di Pippo Franco.   Generalmente lo sguardo da killer che abbiamo quando ci giriamo a guardarlo basta a convincerlo che parlarci non migliorerebbe la situazione. Ma ci sono anche quelli che, dopo essersi bevuti anche il carburante della macchina, ignorano il nostro sguardo e iniziano a sbiascicarci qualcosa, barcollando ad un centimetro dalla faccia, appoggiandoci anche le mani addosso probabilmente per mancanza di equilibrio. Con loro comunque basterà il classico: «Ehi, guarda là, il tuo amico ti sta cercando»; lui si girerà a guardare e in quella frazione di secondo che ci metterà a girarsi e ricordarsi che in realtà era li da solo in discoteca, noi saremo già alla frontiera con il passaporto alla mano.

 

Ah che bella serata! Detto questo, le uniche cose che mi sento di dire alle ragazze per sopravvivere alle serate, sono: non abbandonate mai i vostri drink e non incrociate mai gli sguardi per più di mezzo secondo (a meno che il tipo in questione non assomigli tantissimo a Ryan Gosling).

Per i ragazzi, invece: lasciateci ballare! Se una ragazza vi vuole, troverà comunque un modo per conoscervi.

Lo so cosa starete pensando ora: «Oddio che brutti ricordi, perchè ce li hai fatti ricordare!» Ma io lo faccio per voi,

CHI DIMENTICA E’ COMPLICE.

Ah ovviamente alcuni di loro (non si sa bene come), riescono a passare alla fase due: l‘APPUNTAMENTO. E anche lì, sono solo bellissimi ricordi..

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recensioni negative come affrontarle

Recensioni negative

Beh si, sapevo che sarebbe arrivato il momento.. era questione di tempo.
E infatti, eccolo.
Recensioni negative.

Mi avevano messo in guardia.
Decidendo di aprire un blog (o quello che è) e una pagina (o quello che è), sapevo che il rischio di critiche c’era.. e anche bello alto.

Ma mi sentivo talmente bene quando scrivevo, ‘un momento mio’, così libera dalla quotidianità di un lavoro fatto solo per dovere, i primi commenti positivi, i primi splendidi messaggi di gente dall’altra parte d’Italia che mi diceva quanto si ritrovasse nelle mie parole.. Che le critiche mi sembravano un problema talmente lontano da permettermi di godermi almeno un po’ quella sensazione… Quasi quasi da arrivare addirittura a ‘credere’ un po’ in me.
A darmi quella fiducia che mai mi sono concessa.
Ci stavo provando..

Qualcuno una volta mi ha detto che il successo non lo raggiungi quando ti amano, ma quando ti odiano. Quando arrivano gli haters.
Ma gli haters di chi? Miei? L’ultima stronza sulla faccia della terra… Haters de che?

Solo che non ho mai avuto un gran feeling con le critiche in generale. Ma d’altronde chi nasce già con l’armatura incorporata?
Quindi quando è arrivata, il primo pensiero è stato negativo, quanto la critica stessa, forse di più, essendo io la mia critica peggiore.
Decisamente negativo.

Chi me lo fa fare?
E se in fondo avesse ragione?
Pagina triste e con contenuti superficiali e banali’.
Beh.. si!
D’altrocanto la pagina si chiama “Mainagioia is the new Black” perché “Tristezza e altri contenuti banali” non suonava altrettanto bene. Ma dal nome mi pareva abbastanza chiaro il fatto che entrando a sbirciare qua e la non avreste trovato lunghe riflessioni sulla questione del conflitto israelo palestinese o il mio parere sulle nuove fantasmagoriche scoperte nel campo dell’editing genetico…

Si insomma, ‘Se avessi avuto le ruote…’.

Quindi dopo un primo momento di tentennamento, dovuto ad anni di insicurezze, di cose lasciate a metà, di mediocrità in tutto.. ho deciso di usarla a mio favore, anziché lasciarla fare quello per la quale era nata, cioè farmi mollare subito. Ovvero ho deciso di scriverci su.

RECENSIONI NEGATIVE

Ebbene, è vero. La mia penna arriva li dove arriva anche la mia testa. Non posso vergognarmi di quello che sono. Posso migliorarmi ogni giorno di più, ma non ho intenzione di scusarmi della persona che sono..
Una persona normale. Ordinaria. Ma che fa del suo meglio.

Esistono anche le persone normali, le ragazze ordinarie, quelle che si fanno semplicemente una risata leggendo un post banale sul più classico dei cliché Uomini VS Donne. O che si mettono a cantare come ebeti quando passano i Backstreeet Boys in radio. O che parlano di quanto sia una rottura di palle il doversi truccare per sentirsi piu belle. O che combattono contro questa cosa del non sapersi ancora accettare. O ancora che trovano il coraggio di partire per un viaggio sole dalla parte opposta del mondo..
Esistono.
E io sono una di queste.

Ho sempre scritto i miei pensieri nel diario. Gli stessi. A volte più profondi, a volte meno. A volte cazzate vere e proprie. A volte, quanto di più profondo la mia anima sia in grado di produrre.

E se ho deciso di renderli pubblici è semplicemente perché qualcuno mi ha convinto che forse, potevo ‘farcela’, perché qualcuno leggendoli mi ha scritto, senza nemmeno conoscermi, solo per dirmi che gli/le ero arrivata, perché qualcun altro dopo avermi letto ha deciso di mandarmi la foto dall’aeroporto scrivendomi ‘Lo sto facendo! Parto da sola per la prima volta in vita mia.. grazie per il tuo racconto che mi ha finalmente convinto’.
E per me ‘Farcela’ è anche questo.
Oltre ovviamente al diventare ricca e pagata per girare il mondo, raccontarlo e metterla in culo a tutti😎.. ma magari questo con calma.

Ma fino ad allora così è..
Sì è una pagina triste, a volte melodrammatica, a volte molto molto melodrammatica e altre invece totalmente inutile.
Ma è la mia pagina. E riflette ciò che sono io.
E no, non è indispensabile all’umanità e SOPRATTUTTO non è obbligatoria per nessuno!