Ansie, mainagioia e altre cose bellissime si.

Ci ho pensato molto prima di condividere con gli altri i miei pensieri, anche quelli più pesanti.

Ho cancellato e riscritto più volte, pensando che forse fossero qualcosa di troppo intimo da esternare.

Ma poi ho pensato, che lo scopo del blog, quando l’ho aperto, era anche quello di non tenere più solo per me certi pensieri.

Scriverli e condividerli.

Con la speranza di arrivare soprattutto a coloro che magari avevano lo stesso pensiero, ma non la stessa possibilità di esternarlo.

Non è piacevole, non è divertente, ma forse, ha fatto sentire qualcuno meno solo.

QUESTO NON E’ UN CONSENSO!

«Il vostro è solo un processo alle intenzioni. Se non avete subito violenza, non potete fare di tutta l’erba un fascio ed aver paura di uscire.»

Questo è detto da chi, forse, non ha mai provato quella sensazione. Quella che ti prende lo stomaco mentre cammini da sola per una strada poco illuminata la sera, e nemmeno troppo tarda.

La stessa che fa’ prendere il cellulare per far finta di essere al telefono con il fidanzato, padre, amico o supereroe qualunque.

«Si si sono praticamente a casa, aprimi che sono qua sotto», con il cuore che intanto vi è arrivato ad altezza clavicola!

La sensazione che ti fa scendere dalla macchina controllando prima tutti gli specchietti e stringendo tra le mani le chiavi, un po’ per accorciare il più possibile il tempo che intercorre tra lo scendere e l’entrare nel cancello di casa, e un po’ perché possono sempre tornare utili come tirapugni improvvisato (…).

O quella che si ha quando qualcuno ti dice «Ti accompagno a casa, non ti lascio andare da sola a quest’ora.» e che ti fa’ rispondere per gentilezza, che non serve, e intanto sperare che insista, perché serve. Serve sempre.

«Vabbè un po’ te la sei cercata però!»

No, io non mi cerco prorpio un cazzo di niente invece.

Io per prima, se vedo una vestita in maniera provocante/eccessiva/volgare, ‘disapprovo’, ma semplicemente a livello estetico, perché a gusto personale preferisco una ragazza che riesce a farsi notare, senza strafare.  MA il pensiero finisce là.

Se io domani mi sveglio e decido che è il giorno giusto per uscire con una gonna più corta o ho le tette da ciclo e voglio sfruttare il momento con una maglia un po’ più scollata o ancora voglio uscire senza mutande, mi sveglio ed esco senza mutande checazzo. Sarò zozza si, ma sicuramente qualsiasi cosa possa accadere nel corso della giornata, l’ultima parola dovrà sempre essere la mia!

A prescindere da ciò che decido di mettermi o non mettermi.

I miei mutandoni ascellari non sono un consenso!

E non è femminismo questo. No, nessun ‘Girl Power’. E’ solo buon senso.

Perfino il mio cane (femmina), quando qualcuno cerca di importunarla da dietro, si gira e gli fa capire che non è aria, e il malcapitato di turno se ne va, quindi non paragonateli nemmeno alle bestie. Sono istinti si, ma non bestiali. Piuttosto sono istinti da disagiati mentali.

Se davvero volete essere i più ‘forti’ allora forse potreste cominciare a dimostrarlo ‘resistendo’ al vostro disagio mentale o addirittura portando rispetto.

Perché si a tutte piace essere apprezzate certo, ma non nel modo che pensate voi.

«Ma dai che vi piace si! Sennò non vestireste cos’ o vi fareste certe foto!»

No. Non così. Non sentendomi fischiare dietro mentre cammino per strada. Quello è solo un disagio.

E anzi ( e parlo sempre a livello personale), ho preso consapevolezza del fatto che anche i selfie, cioè la più moderna forma di richiesta di attenzioni, o quelle foto fatte alla spasmodica ricerca di like facili (che poi diciamocelo, quelle foto sono pubblicate per avere l’attenzione di quegli 1/2 che vorremmo noi, e invece vengono calcolate solo da quei 2/3cento stalker affezionati che tutte abbiamo e che ci seguono da quando abbiamo memoria), a lungo andare sono controproducenti, creano ancora più insicurezza e assuefazione verso quel tipo di attenzione.

E aggiungerei dentro, anche tutte quelle volte che ci siamo prese delle ‘Gatte morte’ perché abbiamo flirtato con qualcuno ma senza arrivare poi al dunque. O quelle nelle quali ci siamo prese delle ‘Fighe di legno’ rifiutando, anche gentilmente, un drink offerto…

Se diciamo NO! E’ NO cazzo!

… Buon Compleanno a me!

BUON COMPLEANNO A ME

..E insomma sono quasi 30..

E a me sembra di aver scritto ieri, nel diario «E insomma sono quasi 29.»

Ma a me sembra tutto ieri.

Mi sembra ieri quando mio padre mi leggeva il menu del giorno, prima di entrare all’asilo. Mi sembra ieri quando tornavamo tutti a pranzo a casa e mangiavamo assieme. Mi sembra ieri il primo bacio. Mi sembra ieri il profumo dei libri di scuola nuovi. Mi sembra ieri la prima litigata seria con lui.

Mi sembra ieri.

E invece tra poche ore sono 3͙0͙.

Una volta avevo paura di invecchiare, pensavo che nessuna età sarebbe stata bella come quella che stavo vivendo in quel momento.
Poi sono Invecchiata e ho capito che avevo ragione.

Non solo avevo ragione, ma avevo anche preso consapevolezza del fatto che, ogni età mi avrebbe dato qualcosa per cui rimpiangerla e allora ho smesso di aver paura di invecchiare.
E ho iniziato ad avere quella di non riuscire a ‘star dietro’ a tutto.
Di non riuscire a ‘far stare tutto’.

Più cresci più entri in un vortice. Un po’ come quelle giostre con i cavalli, che non si fermano mai.

Ci sei sopra, volevi esserci sopra, solo che a volte vorresti solo che si fermasse per un attimo, per riprendere fiato, per capire se esserci sopra era davvero quello che volevi o semplicemente non sapevi cosa significasse davvero.

Ma non puoi scendere.
Allora a volte chiudi solo gli occhi e fai respiri profondi, ti estranei per un po’. O quantomeno ci provi. Ma quando li riapri sei sempre là sopra..

Il lavoro, il fidanzato, gli amici, l’amica che non vedi mai alla quale vorresti scrivere, il bollo da pagare, quel libro sul comodino che non riesci a finire, l’ora di pilates già pagata, quell’impegno preso per forza.. E’ tutto là. Che gira.

E alla fine sono 30 giri.

E no, non si può scendere a prendere fiato.

Magari dovrei solo accettare il fatto che non è necessario far tutto. Che quel libro sul comodino non devo finirlo di leggere per forza, che a qualche impegno posso semplicemente dire di ‘’ɴᴏ”, che forse l’aurora boreale non la vedrò mai, che se i miei amici comprano casa o si sposano posso semplicemente essere felice per loro senza pensare al ‘E IO ᗩ ᑕᕼE ᑭᑌᑎTO ᔕOᑎO?’’, e che il lavoro é solo lavoro..

E quindi forse non dovrei nemmeno aver bisogno di scendere per prenderlo sto fiato.

Ma tant’è…

E tra meno di 6 ore sono 30.

Ho un muro in camera, pieno di foto. E in tutte sorrido. Mi sono sempre chiesta perchè non ci sia nessuno a fotografarti quando non hai voglia di sorridere… come se quei momenti la non fossero importanti, come volessi dimenticarli.
Come se la sofferenza, così come il sorriso, non avesse contribuito a creare la persona che sono. Forse anche di più.

Il punto è che non ho più paura di invecchiare. Forse ho solo paura di dimenticare.

Ma comunque vada, come dice sempre qualcuno «La Giostra non smette mai di girare».
Quindi si, alla fine sono quasi 30 e ora non posso che augurarmi tutto il meglio degli anni che verranno, che di quelli passati ne ho già il ricordo.

E allora buon compleanno a me…. 🖤

Da lunedì, dieta!

Da lunedì, dieta!

Ci sono periodi nella vita, nei quali te ne freghi.
In generale.
Te ne freghi di mangiare meno pane.
Te ne freghi di resistere a prendere quel secondo bicchiere di vino.
O il gelato dopo cena.
O le caramelle.
O di andare regolarmente in palestra..
Semplicemente se una volta sapevi ‘resistere’ o comunque combattevi un po’ di più prima di cedere, ci sono periodi nei quali non ti interessa proprio.
Ci pensi forse per mezzo secondo ma.. Poi non ti interessa. Ma sì chissene!!

“Ma si tanto é il ciclo che mi fa mangiare cosi tanto”, Si perché tanto.. È sempre il ciclo no?!
E invece no, sappiamo che é semplicemente un periodo. A volte diciamo “Da lunedì dieta” credendoci davvero e provandoci. Altre volte  invece quel lunedì é soltanto un lunedì come gli altri, sappiamo che non é il lunedì giusto. Spallucce e.. “Allora sto dolce ordinato arriva o no!? “

Sì lo so che sapete di cosa parlo.
E allora saprete anche di cosa parlo quando dico che esiste un momento nel quale ci ‘ripigliamo’.

Quello del “Oh cazzo. E no vabbè mò basta però!”

Tipo quando é sabato sera, avete una festa, avete già trucco e parrucco perfettamente riusciti, anche il vestito lo avete gia scelto.. E anche una volta provato é quasi convincente.
Fino a che succede.

10 minuti. Un’ultima occhiata veloce  allo specchio prima di uscirOHMIODIOCOSACAZZOÈQUELLO?!?
UN ROTOLINO?
LI DOVE PRIMA NON C’ERA MAI STATO?
OH MIO DIO PER FORTUNA MI SONO GUARDATA ANCHE DA DIETRO ALLO SPECCHIO.
E adesso cosa faccio?

Da lunedì, dieta!

Lui nel frattempo é lì. Che ti guarda la faccia di chi credi capisca la gravità della situazione. E ti cerca di aiutare così..
“Ma dai amore per piacere, ti un problema questo.. Basta solo che ti cambi?!”
MA COME BASTA SOLO CHE TI CAMBI?!

Ma noi con le guance rigate sappiamo che non basta solo un cambio d’abito.
E che é arrivato Quel momento.
Quello del  Da lunedì, dieta!
Ma credendoci davvero..

Convivenza Giorno 1

CONVIVENZA GIORNO 1.

Oddio ma oggi è “Oggi”.
Sì. Oggi si comincia il trasloco.

«Beh, ma alla fine la mia intera vita dovrebbe starci dentro uno o due scatoloni. Vestiti, scarpe, diari, libri e i cofanetti di Grey’s Anatomy. Due giri al massimo e dovrei aver finito.»
CIT.

Ok dai iniziamo. Inizio con un borsone magari. Apro l’armadio e già sale l’angoscia. Porto via intanto questo vestito. Si ma se porto via questo, mi serve anche quello e anche quelle scarpe.. E se poi stasera torno a dormire qua a casa e domani mattina mi serve proprio quello che ho già portato di là. ODDIO NON POSSO FARCELA. O porto via tutto assieme o non posso.

‘Pronto?’
‘Ohi, NON CE LA FACCIO?’
‘Cioè? Ti è venuta una crisi di panico?’
‘NO. NO. Dico i vestiti. Non ci staranno mai tutti. Non so cosa portare…Non posso farcela.’
..
‘PRONTO?? Ma..hai riattaccato?’

Vabbè dai porterò solo le cose da bagno oggi. Piastra? La porto proprio oggi? E quello? Ma mi serve sì…? NO dai solo roba indispensabile. Tipo questa trousse Sephora che mi hanno regalato nel 2003 ancora chiusa.. Si questa posso portarla.

Tre scatoloni. TRE scatoloni. E praticamente non ho portato via ancora nulla, ma com’è possibile? Dov’era tutta questa roba quando mi serviva…?!

Arriviamo.
Entriamo.
Sorrisi e abbraccio di rito.

Lascio tutto in ingresso e faccio un giro di perlustrazione. Sai quello che fai aprendo tutti i mobili, così a caso.. tanto sai che sono vuoti.
Vuoto. Vuoto. Vuoto anche questo.

Poi in cucina. Frigo vuoto. Mobili vuoti. Cassetti vuo..OHCASPITERINA!!!
UN CAVATAPPI.
Un cavatappi? Cioè, siamo dentro da quanto? Dieci minuti, non abbiamo ancora nulla, ne’ posate, nè asciugamani, nè lenzuola.. ma, abbiamo un cavatappi.

Ecco, ora ho davvero realizzato che è casa nostra.

Sorrisi.

‘Che dici ordiniamo qualcosa e mangiamo qua?’

‘Anche sii. Qualcosa che si mangi con le mani e che non sporchi tanto, sennò dobbiamo pulirci sul divano. Non abbiamo nemmeno il tappeto. Ne voglio uno gigante per sedermi per terra a mangiare. Pizza?’

‘Si ok pizza. Comunque niente Tappeti. Io odio i Tappeti”

“Coooosa?! Come sarebbe a dire niente Tappeti… Machecazz. Iniziamo malissimo “

“No mi spiace. Non li sopporto. “

“Beh però allora paghi la pizza”

Prima pizza e primo film. CHE FIGATA.

‘Domani portiamo il resto e le cose per fare il letto, così possiamo finalmente iniziare a dormire qua.’

SORRISI.

Spegniamo tutto. E usciamo. Ma mi cade l’occhio dentro un suo scatolone.

‘Scusa. E quello?’

‘Eh.. È un “ libro”.
‘Si quello l’ho visto. Ma..’
‘Si volevo ricominicare a leggere un po’.’
‘E pensavi di ricominciare proprio con la biografia di Totti?? Dopo sta la cosa dei tappetti e la biografia, vuoi anticiparmi qualcosa entro domani, finchè sono ancora in tempo per tornare ripensarci?’

Fine convivenza giorno 1.

lunedi ansia pensieri

… Ed é di nuovo Lunedì!

Driin Driin Driiin

Strizzo gli occhi allungando a caso un braccio, senza nemmeno seguire il suono della sveglia per capire se mi sto allungando nella direzione giusta.
Oddio spegniti ti prego.. dove ho messo il cellulare ieri sera?!
h. 7.45
Un minuto. Un minuto e mi alzo
Driiin Driiin Dri

Ok ok sono sveglia.
h. 7.55
Prima bugia della giornata. Non è vero, non sono sveglia per niente.
Mi tiro su dal letto, ma sono stanca. Sono sempre stanca ultimamente.
Va beh ma è normale no. Se lavori 6 giorni a settimana, 9 ore al giorno, di più se tira male.. chiunque sarebbe stanco.

No dico davvero. Sono stanca.

Scendo. Accendo la caffettiera. Tiro fuori lo yogurt. Lo mangio mentre aspetto il caffè.
Intanto apro Facebook, scorro un po’.
Foto di cena tra amici. Like.
Nuova immagine profilo. Like
Cucciolo appena regalato per Natale con fiocco in testa. Like.
Chiudo.
Vediamo le mail.

SPAM. Elimina.
Estratto conto della carta di credito.
Elimina subitoimmediatamente.
PUBBLICITA’. SPAM. PUBBLICITA’.
Elimina.

Cosa faresti se ricevessi 100.000€?”

Cosa farei?
Vivrei probabilmente. Quello che dovremmo fare tutti. Mi piace il mio lavoro, ma lo odio. Odio il lavoro e il fatto che mi serva. Odio dovergli dedicare gran parte della mia giornata, arrivare alla sera, cioè al momento in cui finalmente avrei del tempo da usare come voglio io e invece sentirmi stanca. Non è giusto.
Quindi si, con 10000€ non farei altro che vivere.
Elimina.
Caffè pronto.
Lo bevo, ma senza dargli troppa attenzione.


Chissà quand’è che ho smesso di sentirne davvero il sapore..

h. 8.21
CAZZO.
Mollo giù la tazza nel lavello.
Entro in bagno, ma ormai non mi soffermo nemmeno più molto a guardarmi allo specchio. Chissà perché mi fa così paura.
Voglio dire il tempo passa per tutti, lo si sa. Ho ‘solo’ 30 anni, non sono ancora da buttare.. Eppure evito lo specchio se posso.
Così come ho smesso di farmi i selfie. Magari ci provo anche, ma dopo cinque tentativi venuti male, forse è il caso di ammettere semplicemente di non essere figa e andare avanti.
Si può vivere senza selfie. E anche senza like di apprezzamento ad una foto dove al 70% non sei manco tu.

h. 8.40
MERDA MERDA MERDA
Apro l’armadio, guardandolo svogliatamente. Una volta mi piaceva scegliere i vestiti. Soprattutto per uscire la sera.
Jeans e maglione oversize sono più che sufficienti.
Giubbotto, chiavi della macchina, chiavi di casa, fuori.
Sono stanca
Lo sono tutti. Apri la macchina dai.

Salgo, metto in moto, cintura.
Forse dovrei cambiare strada. Dicono che faccia bene cambiare piccole cose della propria routine giornaliera per non deprimersi.
Cioè renditi conto.. fare una strada alternativa, solo per illudere la mia mente di aver cambiato qualcosa nella mia giornata? Farlo sarebbe ancora più deprimente dell’averlo anche solo pensato.

Dai parti per cortesia.
Autoradio, giro di zapping in cerca della canzone perfetta, quella che davvero vorrei sentire in quel momento, anche se nemmeno io so qual è, quantomeno finché non capisco che se voglio riuscire ad ascoltarne almeno una prima di arrivare al lavoro, devo lasciare quello che capita. Trovandomi il più delle volte a canticchiare canzoni di dubbio gusto, che mai conoscerei, se non le propinassero trecento volte al giorno.

Sono stanca. Davvero.

Spengo l’autoradio, spengo la macchina, borsa, scendo.
Cerco le chiavi del negozio. Le infilo, apro.
Allarme, luci, computer.
Sospiro.
Basta sospirare, si può sapere cos’hai da sospirare? Hai tutto. Un bel lavoro, un fidanzato perfetto(per ora), delle amiche fantastiche, magari oggi riesci anche a scrivere un po’. Concentrati su quello e sul lavorare bene, per guadagnare e poterti permettere almeno un weekend via.
Si giusto, ho tutto.
Un weekend via’ è un altro modo per dire ‘fai un percorso alternativo’?!
Va bhe ma voglio dire, è così la vita no?
Un susseguirsi di giornate simili, qualche vestito nuovo, qualche serata al sushi, qualche giornata libera e qualche percorso alternativo buttato lì ogni tanto per dare una parvenza di novità?
E’ così per tutti no?!

E alla gente questo basta giusto?!

Si, ma anche a me basta infatti.
Ah si?! E com’è che ti senti sempre così fuori luogo ultimamente?
Non lo so, probabilmente è solo stanchezza.
Probabilmente continuo a vedermi i giorni scorrermi davanti senza riuscire a far nulla che ne valga la pena.
Ma tipo?
Ma che ne so’, tipo qualcosa che possa raccontare ai miei figli. Voglio vedere il mondo e raccontarglielo. Voglio insegnargli che ogni sacrificio che faranno, anche il più piccolo, avrà sempre una ricompensa. Che nella vita quel sacrificio conta tanto quanto la sua ricompensa.
Ma come posso arrivare a dirgli questo un giorno, se io per prima vivo d’inerzia…

h. 10.40
Caffè.
Apro Instagram.
Foto dell’Auorora Boreale del National Geographic.
A 22 anni avevo fatto una Bucked List, scrivendoci tutte le cose che avrei voluto fare prima di morire. Tutte cose fattibilissime. La prima tra queste era proprio vedere l’Aurora Boreale.
Oggi ne ho 29. Non so manco più dov’è finita la lista. E inizio a pensare che l’Aurora fotografata dal National Geographic dovrà bastarmi.
Chiudo Instagram.

h. 19.30
Spengo il pc, luci, allarme.
Chiavi della macchina, cintura, metti in moto.


Non vedo l’ora di arrivare a casa e aprirmi una bottiglia di rosso.
Ma è venerdì sera e poi ultimamente stai bevendo un po’ troppo vino, lo dice anche la bilancia. Da quanto non fai una serata con i tuoi amici, nella quale non guardi l’orologio ogni mezz’ora?

Tanto. Ma sono stanca, magari il prossimo weekend.

Accosto, spengo la radio, spengo la macchina.
Oddio perché si è accesa la radio se l’ho appena spenta?
Perché era già spenta.. non l’avevo proprio accesa. Venti minuti di tragitto in silenzio?!
Più che altro con i miei pensieri in sottofondo, che sono tutt’altro che silenziosi. Bene dai.

STAP.
Quanto amo il rumore del primo sorso di vino versato.
Stai diventando un’alcolizzata!
E’ solo un bicchiere di vino.. e in ogni caso me lo sono meritato.
Questo è proprio quello che si dicono gli alcolisti.

DLIN DLON
Meno male. E’ arrivato. La parte bella della giornata.
«Ciao amore»
«Ehi… ho aperto il vino!»
«Fatto ben. Ascolta ma.. Sushi?«
Sorriso tirato fuori. Sorriso tiratissimo dentro.
«Che c’è? Non ti va?»
«Si si, mi cambio al volo e andiamo»


Chissà se lui è felice. Chissà se i miei pensieri sono così rumorosi da coprire anche i suoi.

Vorrei fosse felice. Ma come fai a rendere felice qualcuno se nemmeno tu hai la certezza di esserlo?
«Ti dispiace se mi guardo una puntata prima di venire a letto?»
«No certo. Io però vado perché domani lavoro»
«Buonanotte»
«Notte amore»
Ultima occhiata a Facebook.
Like. Like. Dio, che male è venuta in sta foto. Va beh metto comunque il like perché è una ragazza d’oro. Like.
Chiudo.

DRIIIIIIN DRIIIIIN DRIIN.

Ok. Un minuto.

Trovare il proprio posto nel mondo

Trovare il proprio posto nel mondo

Non ce la faccio piu”
Il lavoro, le scadenze, gli impegni, i figli, compleanni, cene, battesimi, matrimoni, la palestra..
Quando la routine ricomincia a girare, ci rendiamo conto di quanto ci incastri, solo quando non riusciamo più a starci dietro.
E allora ci serve  qualcuno che ci dica “Ohi passo a prenderti alle 17 e partiamo”.

Una giornata di sole, ma con nuvoloni neri che ogni tanto passano ad oscurarlo, come nella vita insomma..

Un bosco.

E un sentiero.

Camminando troverai un posto, nel quale sentirai il bisogno di fermarti. E semplicemente ti fermerai.

Trovare il proprio posto nel mondo

Quell’insieme di suoni talmente coordinati da sembrare un unico silenzio perfetto. Quella luce che passa tra gli alberi. Qualche ragnatela illuminata. Qualche foglia che inizia a cadere.
E quegli alberi fitti.. Tutti intorno, che sembra vogliano dirti che ci sono loro a proteggerti e che  puoi tornare a respirare per un po’.
E allora respiri.. Profondi.
E capisci che a volte  ci serve semplicemente un posto, per continuare a farcela.
Un posto.

Il tuo posto nel mondo

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Cose da non dire MAI ad una donna

Cose da non dire MAI ad una donna

Siamo cosiiiiiì, dolcemente complicate…

Perché dire «leggermente psicopatiche e bipolari» non sarebbe suonato granché poetico. Veritiero, forse… ma non poetico.

Noi donne siamo cosi, ne siamo consapevoli. Possiamo essere dolci e gentili, ma basta una parola detta male e ci trasformiamo in qualcosa che Hulk scansate proprio..

E gli uomini nel dire cose sbagliate al momento sbagliato sono dei maestri. Lo fanno con la stessa ingenuità che ho io quando scrivo al tipo che mi piace e se non risponde penso che abbia sicuramente la batteria scarica, per giorni.

Ma nel 2018, nell’epoca dei filtri, dove le cose prima di venire dette, fatte e pubblicate, vengono controllate, modificate e photoshoppate fino alla perfezione, possibile che gli uomini ancora non riescano a filtrare certe frasi, evitando cosi ripercussioni fisiche e psichiche?

In ogni caso, ora proverò a fare una breve lista con alcune delle frasi che non dovreste mai dire ad una donna. Una sorta di salvagente. Un po’ come il foglio con le istruzioni di salvataggio che ti danno in aereo: ecco, voi tenetelo sempre nel portafoglio per ogni eventualità. Poi se non volete ascoltarmi, come quando per strada vi perdete ma siete troppo orgogliosi per chiedere indicazioni, fate pure. Ma vi avviso: sarà come vivere in un campo disseminato di mine antiuomo, assieme a una che può trasformarsi in Super Saiyan da un momento all’altro. Dunque, come si dice: uomo avvisato… scappa.

Ma partiamo.

1. ”Come sei bella oggi”

Sì, ok, ma l’unica parola che sentiremo noi sarà oggi. Come sarebbe a dire oggi? E ieri? E i giorni prima? Dovrebbe essere un complimento questo? Dai, oh, qua siamo ai fondamentali proprio.

2. Rispondere «Eh, sì!» al commento dei vostri amici su una ragazza

Sappiamo che ovviamente li fate quando siete con loro e, non avendo alternativa, possiamo tollerarli, ma in nostra presenza no! Siamo consapevoli che ci sarà sempre una ragazza sulla quale farete degli apprezzamenti, ma quando siamo assieme i vostri occhi dovranno essere solo per noi. Oppure preferireste non avere più gli occhi?

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3.”Ma hai le tue cose per caso?”

Che a volte sintetizzate con un «Nervosetta?», ovvero «Sbaglio o sei in vena di spaccare i maroni per caso?»

Ecco, quelli che ho appena scritto sono gli incipit migliori per dar vita ad una discussione. Noi siamo psicopatiche di nostro, ma non è che tutti i mali del mondo siano imputabili al ciclo. E poi quando parlate di ciclo dovreste sciacquarvi la bocca, che ne sapete voi di cosa voglia dire…

In ogni caso, se in una scala da 1 a 10 eravamo nervose 5, quella frase immediatamente ci farà schizzare alla posizione 12, costringendoci a scrivervi «No!» come risposta a caratteri cubitali, con una chiave, sulla portiera della vostra macchina.

4. ”Perché ti devi cambiare? Dai, stai bene anche così”

Che tradotto sarebbe: «Dai, ascolta, non ho voglia di aspettarti, dobbiamo solo andare al cinema, con i pantaloni della tuta e la maglia del pigiama vai benissimo».

Ah, ah, ah: GIAMMAI.

Se avessimo anche il minimo dubbio che foste sinceri probabilmente saremmo anche disposte a uscire vestite da deportate, ma siete credibili quanto un mio «Stasera non bevo» detto il venerdì sera. Fatevene una ragione e mettetevi comodi, la vostra fretta non fermerà il nostro senso di decenza.

5.”Non sei grassa. E poi a me quelle con un po’ di ciccia piacciono”

Ecco voi potreste pensare di aver fatto un complimento con una frase del genere. E tutto sommato potrebbe anche essere vero, ma non verrà mai visto cosi. Alle orecchie di una donna la frase che giungerà sarà: «Sì, be’, in effetti hai un po’ di ciccia».

Ai più sagaci di voi che dopo la suddetta frase noteranno «l’attimo, la terra che tremò, l’aria s’incendiò e poi silenzio», consiglio di fingersi morti e di evitare il classico «No, ma dai, un po’ di pancetta ci sta».

No, no e no! Don’t try this at home.

Ecco, queste per ora sono le basi. Chiaramente poi una volta che avrete imparato a non dire certe cose, la donna se ne accorgerà e sarà portata dalla sua subdola indole a farvi lei stessa domande per tentare di fregarvi comunque.
Potrei dunque farvi una lista infinita di risposte da usare in questi casi, ma, essendo io una delle suddette subdole, non posso farlo.

Posso però dirvi che il più delle volte l’unica cosa da fare se vi è cara la pelle è fingervi morti: funziona.

bambini rispetto pianeta

Un pianeta migliore per i nostri figli o figli migliori per il nostro pianeta?

Un pianeta migliore per i figli o figli migliori per il pianeta?

Al mare con la mamma.
Acqua tiepida e limpida.
Ogni tanto dall’acqua senti “Guarda una medusa!!”
Beh.. CAPITA di rado, ma capita!
Tutti i bambini subito con il retino a cercare di pescarle.

Poi ad un tratto vedo un gruppetto di persone intente a guardare per terra.
Ma cosa?
Guardavano una cassetta di legno.
Con dentro due meduse. Grandi. Che qualche paladino aveva pensato di pescare, togliere dall’acqua e lasciare morire al sole.
Vedendole ancora respirare qualche ‘buonanima’ pensato bene di lanciargli sopra manciate di sabbia…

MA COME RESPIRANO ANCORA?

Speravo di aver sentito male.. Invece, a stento, ma respiravano ancora.
Stretta al cuore.
Non sono una biologa, non so quanto possa durare una medusa fuori dall’acqua, come attrazione.
Ma so per certo che non lo merita.

Che fare? Due tre ipotesi con gli altri spettatori li intorno.. Ma una era la cosa da fare. Ributtarle.
Dileguati tutti dopo uno spallucce alternato ad un “Eh ma c’est la vie!”.
Ma vaffanculo!!!
Vabbe provo dal bagnino, lui ha la barchetta di salvataggio.. Magari può accompagnarmi e le buttiamo al largo assieme.
Ragazzo di 23 anni ma poteva averne anche 40.
Cerca di rimanere serio per un po’, poi scoppia a ridere.. Vi risparmio la giustificazione. Semplicemente “Non é normale”.
E NON È NORMALE NO SANTOIDDIO!

Un pianeta migliore per i nostri figli o figli migliori per il nostro pianeta?

Non importa mi arrangio.
Vaffanculo 2!
Nel frattempo vedo un signore che impietosito versa un po’ d’acqua sopra le due meduse…
BEH allora ci provo “Mi scusi mi darebbe una mano a prendere la cassetta per portarla un po’ più al largo? Mia madre non può sollevare pesi… Mi farebbe un enorme favore!
Guardi.. A me piange il cuore e lo farei. Ma non so cosa penserebbe la gente”!
Ah.
Credo che mia madre avesse sentito, perché arriva dopo un secondo…
Dai dai levati dalle palle. .. Faccio io!Prendila da la che io la prendo da qua
Ma mamma la schiena!!!!”
DAI MUOVITI PRENDILA… ANDIAMO!!! NON ME NE FREGA UN CAZZO DI QUELLO CHE PENSERÀ LA GENTE

Le ributtiamo. Ovviamente sotto gli occhi straniti della gente perché giustamente “La gente normale non fa questo!”.
Infatti la gente normale fa solo schifo.

Bambino ciccione con il retino.
Cosa c’era nella cassetta?
Inciviltà
A me parevano meduse!”
“Le stai raccogliendo con il retino?”
“Si!”
“Per buttarle al largo?”
“NO! Le raccolgo e basta!
L’avrei ucciso. E badate non perchè fosse ciccione, io stessa ero una bambina cicciona, ma lo ero senza retino.

Un pianeta migliore per i nostri figli o figli migliori per il nostro pianeta?

Perché alla fine é così che si migliora il mondo no?!
Con le persone di merda che fanno figli e li crescono di male.

Non puoi giudicare finché non hai figli!”
E INVECE POSSO E LO DICO.
Perché i figli saranno anche vostri, ma il mondo é anche mio.
E nel mio mondo la normalità sono le meduse in acqua che si lamentano dei vostri figli ciccioni. Non viceversa.

Copy(isn’t)right

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Mi rendo conto di non essere Giacomo Leopardi, seppur il nostro spiccato ottimismo ci accomuni.
Ma conosco a memoria i miei scritti.
Perchè prima di essere ‘scritti’, sono pensieri, i miei pensieri.
Li conosco.
Ne conosco perfino la punteggiatura.

E mi fa felice quando vedo che in un certo modo sono riuscita a dar forma a quei pensieri e non solo, soprattutto quando quei pensieri arrivano a chi, magari, non ha avuto la stessa fortuna nel riuscire ad esternarli.. e usa le mie parole.

Ma non così.
Non copiando, incollando, facendo un taglia e cuci. Non spacciandole per scritte da un’altra mano.
E’ ingiusto.
Ti fa venir voglia di chiudere il sipario e diventare un’egoista.

C’è un tasto che racchiude il ‘Che bello, vorrei tanto averlo scritto io!’, si chiama ‘CONDIVIDI’.

Perché lo ripeto, io non sono Giacomo Leopardi, ma un pensiero altrui, a prescindere dalla forma con la quale è stato reso pubblico, foto, parole, musica… merita rispetto.

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Come tutelarsi da tutto ciò?

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La rivincita delle persone normali

La rivincita delle persone normali

Ho sempre pensato che la mancanza di ambizione, così come l’eccesso, fossero da considerarsi difetti in una persona.
E forse per questo non mi sono mai posta degli obbietti nella vita.. tanto meno dei sogni.
Mediocre in tutto, eccelsa in niente” come mi disse una volta qualcuno.

Questo un po’ per la paura di fallire e un po’ (molto) perché qualsiasi cosa mi avesse portato via del tempo di oggi, per raggiungere un qualcosa ‘forse’ domani, non lo ritenevo meritevole. O tutto subito o nulla.

Non ero mai pronta a sacrificare qualcosa del mio oggi, per magari non aver nulla domani se non una delusione..
Mi nascondevo sempre dietro proforma tipo “Ma dai per cortesia, non sei così brava! Accontentati di quello che fai, come lo fai! Accontentati delle piccole soddisfazioni giornaliere! Per raggiungere i propri sogni, bisognerebbe innanzitutto averne e poi dovresti impegnarti e iniziare a sacrificare qualcosa, così funziona!”
E puntuale come il ciclo il giorno prima della partenza per le vacanze, mollavo la presa e mi rispondevo “Ma si infatti non ne vale la pena.. E poi che sogni ho io? Non ho mai avuto sogni ne ambizioni. Ho solamente cose che mi fanno stare bene nella vita certo..
Scrivere e viaggiare. È ovvio che sarebbe un sogno poterlo fare. Chi non lo vorrebbe?
Ma siamo nel 2018, sei in micro pesce in un oceano di pesci molto più grandi, più preparati e più coraggiosi di te.”
‘E meritevoli anche vorresti aggiungere?’
Beh si.
Perché questo è il punto. Se nemmeno credi di meritartelo, allora non ci crederai mai davvero per potertelo permettere.
E continuerai semplicemente a stare nel tuo, nuoterai sempre stando vicino al tuo scoglio e ti acconteterai! Perché nella vita, soprattutto quella al tempo dei social, devi saperti accontentare..
” Che bella questa foto su Instagram; questa ragazza bellissima con il suo cappello in paglia, il suo vestito bianco, mentre cammina nelle vie di questo paesino con le case i mattoni e tutti i fiori colorati sui balconi”
Che bello dev’essere poter vivere così, in giro per il mondo con il mio diario e il mio fotografo . A vivere il mondo come andrebbe vissuto per una vita sola che abbiamo..
A scrivere i miei appunti mentre facendo colazione dall’altra parte del mondo, osservo lo scorrermi davanti di una quotidianità che non è la mia, cercando le giuste parole per trascrivere quel momento e raccontarlo a chi vorrà poi leggerlo…

IUUUU UH!! TORNA TRA NOI!!!
Sospiro e torno alla realtà si.

La rivincita delle persone normali

Certo è una vita invidiabile quella, chi non la vorrebbe?
Ma quella è l’eccezione, non la regola!

E poi ripeto, bisogna volerlo davvero qualcosa, per poterlo raggiungere così. Ma cosa ancora più difficile, bisogna sapere di volerlo.
Non so voi, ma io la domanda ” Ma tu dalla tua vita, cosa vuoi?”, l’ho sempre evitata, come si evita il proprio ex se ce lo si ritrova ad una festa.
Ogni tanto sì, capita di farsela. O di sentirsela fare. Ma quasi mai di prendersi più di 10 secondi per rifletterci davvero.. Perché?
Perché domande come questa fanno estremamente paura!
Paura di non sapersi dare una risposta e ancora più paura di sapersela dare invece.

Ecco beh.. qualche giorno fa qualcuno me l’ha fatta. Qualcuno che voleva saperlo davvero.
Qualcuno al quale avrei dovuto rispondere davvero.
E ho risposto. Seppur con le guance rigate, come se dentro di me cuore e testa stessero facendo a pugni tra loro!
Ma ho risposto.
Voglio fare questo nella vita!
Voglio vedere il mondo e raccontarlo a modo mio a chi vorrà leggerlo.

Non sarò la più brava a scrivere, né a far foto, né avrò mai quel cappello in paglia, né tantomemo verrò pagata per farlo.. Ma non fá nulla!
Voglio fare quello.
Studierò per migliorare.
Lavorerò per potermelo permettere.

E ogni volta che farò ritorno al mio scoglio, sarò ogni volta più soddisfatta di me.

La rivincita delle persone normali

Una volta avrei finito il post dicendo “Ma poi.. apro gli occhi e torno alla realtà. Alla routine, al lavoro e ai soliti like messi su Instagram.”

Stavolta no.. Perché per quanto tu ci metta per deciderti a farti quella domanda o ad ammetterlo a te stessa, sai già cosa vuoi. E in un modo o nell’altro il tuo modo di fare ti porterà inconsciamente a capirlo, che tu lo voglia o no.
E mentre io settimana scorsa cercavo risposta, mi è arrivato questo messaggio: “Ciao, è un po’ che seguo quello che scrivi.. È vorrei chiederti di fare da travel blogger per il nostro viaggio!” (Grazie LISA)

E quindi sì, non sarò la più brava, nè la più bella come quelle ragazze bellissime su Instagram.. Ma beh ecco, anche noi ragazze normali ogni tanto (non sempre) possiamo farcela!

… vuoi vedere che mi tocca cambiare il nome della pagina con ‘Ognitantounagioia Is The New Black’ o addirittura iniziare ad essere felice di me?!ll