west coast viaggio usa

USA: viaggio nella West Coast. 4 stati in 15 giorni

USA: viaggio nella West Coast 4 stati in 15 giorni (se vi foste persi la parte uno la potete trovare QUI)

…E IL VIAGGIO CONTINUA

… Ci ha aperto il portone un gentile signore, un po’ inquietante, ma gentile,  che nell’aprire la porta ha lasciato uscire una ventata di profumo di biscotti appena bruciati. Ovviamente il mio primo pensiero è stato che magari aveva appena ucciso gli ospiti prima di noi e li aveva usati per l’impasto dei biscotti. Si lo so lo so, a volte mi lascio trascinare troppo dall’immaginazione. Ma di solito ho Carlo che mi riporta sulla terra e mi fa vedere le cose senza quel perenne alone melodrammatico…

Stavolta però anche lui non è stato d’aiuto. Anzi, era più inquietato di me, un po’ per quella casa dispersa e un po’ per il fatto che ad aprirci fosse stato questo bizzarro soggetto, invece che Claire, la persona con la quale ci eravamo accordati.

La casa comunque era veramente bella, seppur in mezzo al niente più totale e a due ore di macchina da dell’altro niente. Anche la stanza che ci avevano riservato meritava davvero. Avevamo addirittura il bagno privato e un’altra stanza comunicante con la nostra, chiusa a chiave, che portava… non lo so, non ho avuto il coraggio di aprirla.

Ho lasciato Carlo ai convenevoli con il padrone di casa.. per poi vederlo arrivare dopo poco, entrare in camera con gli occhi di chi ha visto un fantasma e chiudersi a chiave la porta alle spalle.

«Beh? Che fai? Ci chiudi dentro?»
«Si. Sto tizio non mi convinceva per niente. Quindi gli ho chiesto se potevo salutare Claire e ringraziarla per l’ospitalità»
«Eh..e?»
«Eh.. e ha detto di no! Che glielo avrebbe riferito lui..»

Come ha detto di no?!
O mio dio.. Non esiste nessuna Claire quindi! Moriremo.

MORIREMO QUI, IN QUESTA STANZA!

ENTRERANNO STANOTTE DA QUELLA PORTA CHIUSA CHE NON SO DOVE PORTI E CI UCCIDERANNO, COME IN ‘Non Aprite Quella Porta’, MA SENZA APRIRE QUELLA PORTA.

Comunque fortunatamente prima di morire Carlo doveva fare pipì e quindi è entrato in bagno (bellissimo tra l’altro). E’ uscito con un’aria molto più rilassata, e alla mia domanda sul perché mi ha risposto: «Perché appeso alla parete del bagno c’è il cartello ‘Non buttate gli asciugamani usati per terra‘, quindi è davvero un B&B

Mah… A me quello non sembrava per niente un elemento per tranquillizzarsi. Solo perché uno ci tiene alla pulizia e all’ordine in casa non significa che non voglia ucciderci.
In ogni caso ero troppo stanca per pensarci, e poi anche avessero provato ad ucciderci, li avrei lasciati fare. Anche perché l’alternativa sarebbe stata scappare correndo per ore in mezzo al deserto, quindi personalmente meglio una morte rapida a quel punto.

arizona west coast viaggio page

Al risveglio, tutto quel buio spaventoso che si vedeva fuori dalla finestra era solo un ricordo, e anche tutti i pensieri della sera prima. Anche un po’ imbarazzanti a dir la verità.

Per sicurezza però, la porta comunicante che avevamo in camera ho preferito non provare ad aprirla.

Viaggio nella West Coast 4 stati in 15 giorni

KANAB   12 Ottobre 2019

Di nuovo in marcia.. direzione Bryce Kanyon.

Il viaggio era lungo e io (stranamente) ho dormito per la maggior parte del tempo. Ma il problema di tutti quei riposini involontari in macchina, era il risveglio… mi risvegliavo con la stessa voglia di vivere di Daria e incattivita come Voldermort.

Non solo, sapevo anche che quella notte avremmo dormito in tenda, a -7°, in mezzo al deserto, in un posto abbandonato da Dio (lo so, perché alcuni parenti da casa ci tenevano a farmi sapere che il posto in questione era, citando il giornale locale, ‘Infestato da spiriti’ e animali selvatici! Bryce Luxury Camp).. si detto così può sembrare fighissimo, ma lì per lì l’entusiasmo tardava ad arrivare diciamo. Anche perché eravamo appena sopravvissuti alla notte precedente, perché sfidare ancora la sorte?

Arrivati al Bryce, abbiamo parcheggiato, lamenti miei di rito, foto di rito dall’alto del Canyon e breve occhiata alla mappa.

«Ci sono un sacco di trail carini da fare!»
«Si, ma io non ho mica voglia di camminare oggi.. son stanca!» come sempre.
«Ma va dai è figo, scegli dalla mappa una di queste camminate»
«Mmmm… che palle! Vabbè allora questa!»  Mi guarda storto.
«Beh? Che c’è?»
«Non puoi sceglierne un altro? Hai scelto l’unico con il simbolo della carrozzina per disabili accanto.»

Sbuffo. Attendo un po’, poi ritento.

«Ma scusa, guarda che posso anche aspettarti qui, siamo insieme 24/24 da 7 giorni, non succede nulla se ci separiamo per un paio d’ore… io mi metto qui, con la mia musica, scrivo un po’ e mi godo lo spettacolo

Niente da fare. Le ho provate tutte, fino a che ho dovuto cedere e seguirlo nella camminata. Ovviamente camminando emanavo la stessa aura di gioia di un My Little Pony.
Fino a che non l’ha detto.. Ebbene si, l’ha detto!

«Beh, ma se devi venire con quella faccia li fai a meno, sennò lo rovini anche a me!»

….Mai, mai, scorderà…l’attimo…la terra che tremò…

Racchiudendo tutto il mio pensiero in un unico gesto specifico e in un altrettanto specifico intercalare, ho iniziato a scendere per il Canyon da sola, più o meno alla stessa velocità di Taz il diavolo della Tazmania.

Chiaramente convinta che mi avrebbe seguito. Ma assolutamente non disposta a girarmi per controllare se lo stesse facendo.
Tranne verso metà discesa, quando mi sono girata solo per vedere la strada appena percorsa… per poi realizzare che probabilmente la mia avventura finiva là, perché la risalita non sarei mai riuscita a farla.

bryce canyon navajo

Ma di lui nessuna traccia.

«Ah. Non c’è! Allora col cazzo che risalgo!» e spinta da quella rabbia non sono più riuscita a fermarmi.

Ma più scendevo, più mi rendevo conto che la risalita, per me, sarebbe stata impossibile. Continuavo ad incontrare persone che stavano risalendo…
Ogni persona che incontravo stava combattendo una battaglia della quale non sapevo nulla, ma che sapevo, anche fossi stata gentile con loro, sarebbe toccata anche a me dopo.
25°, nel deserto, senza acqua e in salita per km di sterrato. (E in preciclo, anche se non lo sapevo ancora.)

«Vabbè arrivo solo fino alla fine della discesa e poi risalgo» (Facile dirlo mentre sei in discesa a velocità supersonica.) Ma no, la rabbia mi spingeva ad arrivare sempre un po’ più avanti.

Nel frattempo comunque avevo anche capito perché Carlo ci tenesse così tanto a farmelo fare… era davvero, DAVVERO una figata pazzesca quel Canyon.

Arrivata al punto più basso (il giro di boa), non avevo più scampo (né fiato).  O tornavo indietro scegliendo la strada che avevo appena percorso, sapendo quanto sarebbe stata dura, ma sapendo anche che avrebbe avuto una fine, o sceglievo di procedere e finire il trail, verso l’ignoto, nella speranza durasse meno della discesa appena fatta.

Ho ovviamente optato per la seconda, anche perché ancora non ero riuscita a fermarmi. E ad ogni passo aumentavano di pari passo; l’ansia, il pentimento e il dislivello.

Ho iniziato a macinare la risalita, manco fossi inseguita da una commessa di Kiko. Già dopo dieci minuti sentivo il cuore in gola, la sete e l’ansia. «E se svengo? O mi viene un attacco di panico? Qui da sola.. cosa faccio?»

bryce canyon navajo trail

Se mi fermavo, mi sembrava di svenire e mi salivano pensieri catastrofici, se andavo avanti ero ad ogni passo più vicina alla morte. Quindi mi fermavo per circa cinque secondi per poi ripartire e chiedere ad ogni 3 persone che incontravo «Scusa quanto manca alla fine?»
«Eh guarda non so dirti, mi sono fermata talmente tante volte per far foto.. è così bell..
Ma che cazzo me ne frega!!! Non puoi solo dirmi quanto manca??? Dai spostati allora fammi passare! Ne riparliamo quando ti toccherà la risalita, vediamo se farai ancora la splendida!

Stavo per morire, me lo sentivo.
Ad un certo punto guardando in alto, ho finalmente intravisto la balaustra dell’inizio percorso! LA LUCE!
Ma ero lontanissima, volevo morire.
«Scusi quanto manca alla fine?»
«Mmmm maybe fifty minutes! Enjoy it!»

ENJOY? 50 MINUTI???

Per un attimo ho riguardato l’alto e sono certa di aver visto San Pietro che mi sorrideva e leggendogli il labiale ho finalmente capito:

«Cogliona! Ti ha detto che mancano 15 minuti, non 50!»
Ah ok.
Ho racimolato tutta l’ansia, la sete e le forze che avevo e ce l’ho fatta! Sono arrivata alla fine.
Ero sfatta, finita, felice di essere viva, felice di aver superato tutto quello da sola. Ho fatto gli ultimi dieci metri con il cuore a tremila, le gambe cedenti e una sensazione di occhi pieni di lacrime.

In tutto ciò, lui ancora non c’era.
E’ arrivato dopo 10 minuti.
«Non litigheremo mai più!!E’ stata una delle prove più dure della mia vita. Non sapevo se ce l’avrei fatta! E invece eccomi qua…»
Lui mi guarda. Lo guardo. Mi guarda.
Scuote la testa.


«Che c’è?» Riscuote la testa. «Sei seria si? Scusa ma.. non ti sei mica resa conto che intorno a te era pieno di famiglie, anziani e bambini che facevano lo stesso percorso? Un percorso facilissimo che avremmo potuto fare tranquillamente in due ore? E poi, tutto ciò è durato solo 30 minuti eh…»
«AH! Beh allora sono stati tra i 30 minuti più lunghi della mia vita. Comunque ho fame, andiamo a mangiare?»
Scuote la testa ancora.

panorama arizona bryce canyon

Approfittando del Visitor Center del canyon per fare pipì e per il wifi, ci accorgiamo che nel frattempo dal campeggio nel deserto dove avremmo dovuto passare la notte ci avevano mandato una mail, per avvisarci che purtroppo a causa di un’infestazione di insetti non potevano ospitarci quella notte.
Si lo so cosa state pensando e vi fermo subito, NO, non l’ho mandata io la mail da un account falso. Purtroppo è andata davvero così.

Forse Dio voleva farsi perdonare per l’esperienza mistica appena passata nel Bryce Canyon.

Poco male, abbiamo prenotato in un altro posto a Cedar City. Abbiamo però optato per un cambio di rotta durante il percorso, così da poter attraversare le Dixie Mountains e così per caso, ci siamo ritrovati di fronte a forse uno dei tramonti più belli mai visti in vita nostra. Di quelli che ti lasciano senza fiato (Vero anche che di fiato, dopo la mattina non me ne era comunque avanzato molto).

dixie forest arizona bryce

Abbiamo aspettato che il sole sparisse completamente prima di risalire in macchina alla ricerca di un posto dove cenare. Cena a base di hamburger gigante per me (e meritatissimo, almeno il mio)e piattone di BBQ per lui. Eccezionali

Il nome del posto è : Rusty’s Ranch. Mentre quello dell’albergo ve lo risparmio perché; anche no.

CEDAR CITY   13 Ottobre 2019

Al mattino, nonostante il viaggio previsto per la giornata fosse lunghissimo, non abbiamo resistito e abbiamo dovuto fare un’altra bellissima passeggiata in mezzo a quelle montagne e a quei paesaggi da salvaschermo di Windows.

Anche se ormai mi sentivo una  Pro delle camminate in montagna, ne abbiamo scelta comunque una easy.

Ho anche avuto il tempo, mentre lui faceva qualche foto, di sedermi su un tronco e sentire.

Eravamo troppo in alto per poter sentire rumori di civiltà, quindi solo natura, solo i rumori del bosco, solo il rumore del vento d’autunno, quello fresco, ma che se si è con il sole in fronte, si sposa perfettamente. Che ti fa chiudere gli occhi e alzare leggermente il mento verso il cielo, per sentirne più che puoi.

panorama dixie forest

E riesci davvero a sentire tutto. Le foglie che si muovono e cadono, gli insetti e il silenzio. Un silenzio perfetto.

E respiri davvero.

USA: viaggio nella West Coast 4 stati in 15 giorni

Una volta ripresa la macchina e la marcia, ci siamo dovuti rifermare. Per forza.

chalet uncle sue arizona

Ci siamo trovati di fronte allo Chalet di Zia Sue.

Con un nome così, con lo stile casetta di Hansel & Gretel e con una montagna di zucche fuori.. non vi sareste fermati anche voi? Io mi stavo sognando da inizio viaggio una fetta di quelle tipiche torte alla zucca fatte in casa, alte più o meno come la Torre Eiffel e contornate da una tonnellata di panna montata. E se non li, dove?

Beh, la torta di zucca più buona mai mangiata.

torta di zucca chalet zia sue

Sarei rimasta la tutto il giorno a provarle tutte. Tanto la tazza di caffè te la riempiono ogni 5 minuti. Perché andarsene?
Ma il viaggio era lungo.
Direzione Las Vegas, ma prima..


Zion Park.
Altro Parco Nazionale assolutamente da vedere.


L’abbiamo attraversato tutto in macchina, e io credo di averne percorso ¾ se non tutto, come i cani, con la testa fuori dal finestrino e il vento tra le orecchie.
Mi continuavo a chiedere come fosse possibile meravigliarsi cosi tante volte in così pochi giorni di così tante cose?
E invece… è davvero possibile!
Pochi chilometri dopo la fine del parco è ricominciato il deserto.

Deserto. E ancora un po’ di deserto.
Sabbia e cactus. Cactus e sabbia. AH!!! A proposito. Io non so voi che idea abbiate del cactus, ma io fin da quando era piccola avevo un’immagine del cactus molto precisa, la classica. BEH mentivano! Non ho visto manco un cactus fatto così. E li ho cercati eh.. li ho cercati per tutto il viaggio, ma niente.

In ogni caso ad un certo punto del deserto, senza che tu ti possa accorgere di nulla:

SBAM!

 Sei dentro a Las Vegas baby!

las vegas viaggio

Esatto, sembra incredibile che proprio una città come Las Vegas, si trovi esattamente in mezzo tra il nulla e l’‘ancora più nulla’. E sicuramente catapultarsi lì dopo svariati giorni di natura, natura, paesino, natura, è un po’ destabilizzante.

Avevamo due notti a disposizione da passare lì, inizialmente ero un po’ scettica sul fatto di ‘sprecare’ ben due notti proprio a Las Vegas. Poi però ne sono stata felice.

La prima notte non puoi capire davvero la città. La prima notte la passi semplicemente ad ambientarti (per quanto una persona normale possa ambientarsi a Las Vegas), pensi di conoscerla già perché l’hai vista in un milione di film, di saperla affrontare.. ma la verità è che non è vero. Non sei per niente preparato.

venetian las vegas

Buttate in camera le valigie, doccia veloce e fuori subito.

La strada è una (la Strip), e quella ti fai. «Ma sì è una via sola, quanto vuoi metterci a farla tutta...»cit.

Tanto. Ci metti tanto. Non è lunga, è infinita. Se poi ti fermi (…ed è necessario!) a visitare ogni albergo o a vederti tutti gli spettacoli delle fontane al Bellagio(necessario anche questo!), può volerci anche tutta la notte.

Gli alberghi non sono veri alberghi, sono piuttosto mini città (neanche troppo mini in realtà, abbiamo visitato paesi più piccoli!).  Sono creati ad hoc per stupirti e disorientarti.

Entrare in un albergo e ritrovarsi in Piazza San Marco a Venezia, con addirittura il cielo azzurro sopra la testa. Uscire e trovarsi persone sulle montagne russe che ti sfrecciano ad un centimetro dalla testa,  il tutto sempre dentro un altro albergo. «Ohibò che stregoneria è mai questa?

Durante la passeggiata eravamo entrambi in silenzio, impreparati e anche un po’ a disagio.

Las Vegas è come una di quelle onde giganti, l’unica cosa che puoi fare è lasciarti travolgere e trascinare dove vuole lei che tu vada. Oppure è come farsi di funghetti allucinogeni. E così è stato. L’onda intendo, non i funghetti.

La cosa della quale però, non riesco ancora a capacitarmi, è come abbia fatto a tenermi sveglia fino alle 3.00 di notte. Io? Che alle 21.45 sono già in fase rem.

Per due sere di fila, ho guardato l’ora e senza che ce ne rendessimo conto, erano le 3 di notte.

Ebbene sì, lì non puoi dormire. Il rumore assordante delle slot, le luci abbaglianti ovunque e il free drink dentro i Casinò… Ah si giusto, ecco cos’è stato a tenermi sveglia!  Ed è forse anche il motivo per il quale si usa dire ‘Quello che succede a Las Vegas rimane a Las Vegas’, perché tanto il giorno dopo non ti ricordi un cazzo.

Las Vegas è irreale. E’ tanto, di tutto!

Consiglio: due notti sì. Di più no.

route america las vegas

LAS VEGAS 15 Ottobre 2019

Sveglia ancora a Las Vegas e partenza per la Death Valley.

Avevamo davanti circa 6h di macchina, dopo 4h di sonno, in mezzo al deserto, con circa 32° e con il ciclo… ovvio, quale giorno migliore per l’arrivo del Ciclo. (Mai arrivato in anticipo in vita mia. Ma vuoi mettere arrivare nella Death Valley!)

Beh vi dico solo che la Death Valley si è trovata faccia a faccia con la vera Death Valley.

death valley viaggio

In ogni caso, e non penso sia stata influenzata dal ciclo, o forse ero solo stufa di tutto quel deserto, ma non mi è piaciuta per nulla.. anzi. Non credo la consiglierei.

L’unica cosa che mi ha veramente lasciato senza parole è stato vedere un signore sulla 50ina fare jogging.

Nella Death Valley? Con 40°? E a 4 ore dalla città più vicina?  Eroe o suicida!

Viaggio nella West Coast 4 stati in 15 giorni

BAKERSFIELD 16 Ottobre 2019

Arrivati con ormai il buio intorno a Bakersfield; cittadina un po’ più grande di quelle visitate fino a quel momento. E con più grande intendo solo che c’era qualche fastfood in più oltre a Subway. Mangiato e dormito. Era solo una tappa per la notte.

Al mattino siamo partiti presto e io non vedevo l’ora.

sequoia national park

Finalmente direzione Sequoia Park. Forse una delle cose che aspettavo con più ansia di vedere… e nonostante questo di solito sia proprio il modo migliore per rimanere poi delusi, ne sono rimasta più che innamorata.

Un vero bosco, con i colori dell’autunno, pochissima gente, animali in libertà a pochi passi da noi e queste sequoie che dire maestose è dire poco.

Ero incantata. Era esattamente come me lo aspettavo, forse anche di più.

sequoia national park

Non sarei più andata via.. e anzi fosse stato per me, sarei tornata anche il giorno dopo.

Purtroppo però, alcune tappe del viaggio erano già prestabilite e i giorni limite per disdire gli alberghi passati, di conseguenza non avevamo molta scelta, se non assorbire tutto quel profumo di bosco in quella giornata.

Credo di aver fatto un milione di foto dentro quell’angolo di paradiso, ma nessuna che possa davvero rendere l’idea di come possa essere trovarsi dentro ad un bosco come quello, in Autunno.

Solo ad un certo punto, durante il viaggio di ritorno in macchina verso Lemoore, (dove avremmo dormito la notte) ho iniziato a sentirmi strana. Un po’ di giramento, un po’ di tachicardia e caldo.

Era ansia!

Era un po’ che non la sentivo e forse mi ero dimenticata come fosse.

Non riuscivo a capire come mai, proprio lì, in quel momento, dopo tutta quella meraviglia? Doveva essere impossibile averla.

Invece no.

Poi ho capito: quel mattino, mentre mi lavavo i denti , guardando il mio riflesso allo specchio, per un attimo il pensiero mi è andato a quello stesso gesto fatto mille altre volte, davanti allo specchio di casa, poco prima di uscire per andare al lavoro. Il pensiero era proprio lì, a quella routine totalmente meccanica e ripetitiva fatta senza nemmeno doverci pensare.. E a come sarebbe stato quello stesso gesto, rifatto a casa, dopo tutto questo?

E per tutto il giorno, il mio cervello ogni tanto continuava a tornare lì, al lavoro, a quel gesto, agli impegni. In maniera impercettibile. Come la lingua che batte sempre sul quel punto doloroso.

Lì per lì infatti non ci avevo fatto caso. Lì per lì erano solo pensieri, ma era la prima volta che tornavano. Vuoi il ciclo, vuoi la stanchezza o la ‘paura’ del rientro.. ma non sono passati senza lasciare il segno.

E quella sì era proprio Ansia. La solita ansia da «Ma perché se sto così bene ora, devo tornare a vivere come prima? Perché non si può vivere così? Vedendo posti bellissimi tutti i giorni? Meravigliandosi tutti i giorni per qualcosa di diverso? Creandosi le proprie giornate? Sentendosi vivi tutti i giorni.

Esatto, le stesse domande che mi ponevo vivendo la routine di tutti i giorni, ma che lì erano anestetizzate. Erano tornate perché, anche se mancavano ancora 5 giorni, avevamo finito le cose per le quali avevo aspettato di più in questo viaggio, quelle che più ci tenevo a vedere… e quindi iniziavo a sentire già la sensazione di fine, che arriva sempre dopo un viaggio.

sequoia rovesciata park

 USA: viaggio nella West Coast 4 stati in 15 giorni

CAMBRIA   17 Ottobre 2019

Semplicemente una città di passaggio nella strada verso San Simeon. Cittadina particolarissima, piena di localini e negozietti che visti da fuori sembrano semplici casette coloniali, ma dentro nascondono negozi di oggettistica di tutti i tipi, vestiti vintage e giardini interni immensi e bellissimi. Età media over 60, ma consigliatissima per una pausa pranzo + passeggiata.

san simeon california high 1

SAN SIMEON (stesso giorno)

Finalmente il primo tramonto sull’Oceano, con sottofondo di leoni marini che russavano.

Cena a base della tipica zuppa di pesce, condita da una tonnellata di burro e aglio, servita dentro un cesto di pane (Clam Chowder). Una cosa easy per aiutare la digestione che già era bloccata come il casello autostradale il 14 di Agosto.

Viaggio nella West Coast 4 stati in 15 giorni

MONTEREY  18 Ottobre 2019

Al mattino abbiamo percorso tutta la Highway 1, ovvero la famosa strada che costeggia tutta la California vista Oceano.

Meravigliosa. Ma che ve lo dico a fa’!?

Arrivati a Monterey (tappa che volevo fare assolutamente, solo per il fatto che ci fosse stata girata la serie Big Little Lies che io A D O R O).

big sur highway 1

Abbiamo trovato alloggio in un AirB&B, praticamente in centro e veramente bello. I prezzi, più ti avvicini a San Francisco, più cominciano ad aumentare.

La cittadina di Monterey è molto piccola, ma immensa messa a confronto di tutte quelle incontrate durante il resto del viaggio. Siamo arrivati verso il tramonto e quindi la passeggiata sul lungomare era d’obbligo.. e osservando l’Oceano ad un certo punto ho intravisto qualcosa in lontananza.

Ho provato un po’ a tirare gli occhi, (per quanto un miope possa tirare gli occhi) e sì, ho visto uno sbuffo uscire dall’acqua. Mi sono girata verso Carlo e anche lui stava guardando in quella direzione.

«Scusa, hai visto anche tu quello che ho visto io?»

balena monterey california

Eh si, era una balena!

UNA BALENA CAZZO!

Incredibile, cioè era davvero una balena vera! Nell’Oceano! Libera, non in quello schifo di acquari!

Neanche a dirlo, dopo mezz’ora siamo andati a prenotare per il giorno dopo un giro in barca per vederle.

Abbiamo speso $ 40, ma la sensazione che si prova la prima volta che si vede uno sbuffo da vicino e la coda di una balena libera, scomparire sotto le onde è qualcosa che vale molto di più. Consigliatissimo.

SAN FRANCISCO  18 Ottobre 2019

Un casino di auto, clacson, salite, barboni e odori, ci attendevano con il cartello ‘WELCOME’ a San Francisco.

Ma d’altronde ce lo aspettavamo. Purtroppo per adattarsi al ritmo di una città così dopo 14 giorni di natura, ci è voluto un po’.

Con San Francisco, sono stata onesta fin da subito, dicendo che tra natura e città purtroppo per me vinceva la natura, e quindi partiva già svantaggiata (madò se mi sentisse la me 19enne!), fortunatamente però avevamo lì un’amica locale, che ci ha fatto scoprire gusti, luoghi e sfaccettature, che da soli non avremmo mai percepito.

Ci ha accompagnati a vedere qualche tappa obbligatoria (Twin Peaks, Haight-Ashbury Castro), ma per il resto ci ha semplicemente mostrato com’è la vera San Francisco. Che come tutte le città va solamente vissuta se vuoi davvero coglierne l’essenza. Ecco perché non ho molto da dire su questa città… o forse perchè semplicemente ne hanno già scritto molto, molti altri prima di me.

L’ultima sera, anche se stanchi, ci siamo concessi una passeggiata notturna. Forse un po’ per aggrapparci a quell’ultima notte. Sapendo che un viaggio così, se sei una persona come noi, che vuole vedere più mondo possibile, non lo rifai due volte.

Il mattino successivo infatti lo abbiamo dedicato tutto a stare distesi nel parco della città, con caffè e muffin, a osservare un po’ quella quotidianità.

Mentre ero lì, non avevo ancora realizzato che figata di viaggio fosse stato tutto questo. Ma ora.. ora che ho rivissuto tutto rendendolo indelebile qui, ho davvero realizzato cosa sia stato.

I consigli di viaggio (per quanto una come me possa dare consigli di viaggio) ve li racchiudo tutti: QUI

Ma IL consiglio che mi sento di darvi senza alcun dubbio, se decideste di fare questo viaggio con qualcuno ovviamente, è: scegliete questo qualcuno con cura. Qualcuno con cui essere in simbiosi, con cui sentirvi a vostro agio sempre, con cui giocare a ‘Indovina a chi sto pensando!‘ in macchina o con il quale rimanere per ore in silenzio senza nessun imbarazzo. Le ore di viaggio sono molte e il vero viaggio, sarà quello, più che le tappe che sceglierete di fare.

Un viaggio cambia le persone. Viaggi come questo, cambiano tutto.

Vi lascio QUI  tutti i consigli che potrebbero esservi utili, e per  consigli utili intendo anche la Playlist del viaggio. (Non sprecatela!)
E come sempre, per qualsiasi cosa, scrivetemi. Qualsiasi.

golden gate san francisco california
13 commenti
  1. Silvia The Food Traveler
    Silvia The Food Traveler dice:

    Un viaggio da sogno, che vorrei fare da tanto tempo. Comunque lo ammetto: subito ho pensato che la mail per avvisare che il campeggio non vi poteva ospitare l’avessi mandata tu 😉 Però dai, ne è valsa la pena con quel tramonto pazzesco.
    Las Vegas vorrei vederla sicuramente per provare a rendermi conto quanto è assurda, ma come dici tu non le dedicherei più di due notti.
    Per quanto riguarda San Francisco, ci sono stata quattro volte tra vacanza e lavoro ed è una città che mi piace tantissimo, forse anche perché è stata la prima che visto negli Stati Uniti tanti anni fa.

    Rispondi
  2. Daniela
    Daniela dice:

    A parte che il tuo racconto è esilarante….anch’io sono stata in queste zone, ormai nove anni fa. Impossibile non rimanere affascinati da quelle strade, da quei colori e sì, anche da quel cibo unto e bisunto! We love USA!

    Rispondi
  3. Julia
    Julia dice:

    Me la ricordo benissimo la passeggiata al Brice canyon r anche la salita di cui parli tu .. ahahah! È stato un parco davvero incredibile d che visiterei ancora. Unico davvero

    Rispondi
  4. Sara
    Sara dice:

    Mi hai fatto morire dalle risate con questo racconto! Se poi ci metti che è un viaggio che ho sempre desiderato, hai fatto bingo! Complimenti!

    Rispondi

Trackbacks & Pingbacks

  1. […] Non sono certa che la consiglierei, non mi ricordo nemmeno perché ci sono andata. Non è assolutamente brutta anzi, “è piccola ma carateristica‘” (cit.)… ma diciamo che piuttosto, in alternativa proporrei di andare a Siglufjörður,  sempre in un fiordo, più a nord e dove oltretutto hanno girato ‘Trapped‘, serie Netflix fichissima ambientata proprio in Islanda, campionessa d’incassi, no ok non è vero, però non è male se vi capita di guardarla.   MA tornando a noi e sempre per rimanere nell’ottica del “accade tutto per un motivo“, nella strada di ritorno verso  Egilsstadir, dove alloggiavo (Tehúsið Hostel), la natura mi ha regalato un altro spettacolo, uno dei quali tra i più belli che avessi mai visto…Forse al pari del tramonto visto nella Dixie National Forest.  […]

  2. […] non avete ancora letto della nostra avventura, trovate QUI la prima […]

  3. […] soprattutto essere riuscita con quei soldi a prenotare un viaggio.È un […]

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