Sono passati quasi cinque anni dall’ultimo viaggio da sola a New York. Gli attacchi di panico, il lavoro e gli eventi mi avevano portato a non sentirmi più in grado di rifarlo… e invece Amsterdam.
Sveglia alle 4 di mattina.
Sveglia per modo di dire, visto che l’ho spenta prima che suonasse. Nottata di dormiveglia, come sempre prima di un viaggio.
Ripasso mentale della valigia. E non solo di quella. Anzi..
Dopo il terzo viaggio da sola, l’ansia che ho la sera prima di partire non credo più sia dovuta alla paura di aver dimenticato qualcosa, ma piuttosto a tutto quello che lasci a casa e che sai troverai diverso quando tornerai.
Me per prima.
Ebbene, in macchina da sola, andando verso l’aeroporto, il buio fuori, il freddo.. e dentro di me pensavo:
‘E insomma, ci risiamo. Quando ho conosciuto lui, ho dato per scontato che i miei viaggi in solitaria, avrei dovuto accantonarli per un po’. Forse con un leggerissimo malincuore..comprensibile solo da chi ha provato la sensazione di essere dentro un aeroporto, dentro un ristorante, dentro un taxi, dentro una città, in mezzo al mondo, da solo!
E invece, mi ha regalato questo viaggio. Perché questo fanno le persone che ti amano. Capiscono chi sei, capiscono di cosa hai bisogno e se sei in difficoltà dimostrano di esserci. E questo è il suo modo di esserci, nella mia difficoltà.
Ora però, devo esserci io per me. Tre anni dall’ultimo viaggio sola. Tre anni nei quali è successo di tutto e nei quali sono cambiata.
Posso ancora farcela?
Beh, lo vedremo tra poco.’
Ore 6.00 am.
Aeroporto di Venezia.
Io non capisco! Cioè una hostess si avvicina al bancone del gate e a velocità supersonica la gente si alza e si posiziona in fila. Non è nemmeno aperto l’imbarco e sono già tutti in fila.
Perché io sono l’unica stronza ancora seduta sui divanetti. Cosa sanno loro che io non so?!
Sono io l’unica che ha un biglietto con il posto 8D già assegnato? Sono una privilegiata?
E comunque, sto ascoltando i discorsi delle hostess e non mi pare proprio abbiano intenzione di aprire l’imbarco a breve.
Beh ho deciso, salirò per ultima. Voglio testare questa mia teoria, secondo la quale, posso rimanere seduta fino all’ultimo e alzarmi quando anche l’ultimo della fila sta entrando nel gate, tanto voglio dì.. poi ci ritroviamo comunque tutti ammassati all’interno del bus che posta all’aereo, quindi tanto vale. State sereni oh!
Fila quasi tutta smaltita. Posso anche alzarmi.
Mi posiziono dietro l’ultima ragazza, che ad un certo punto si gira verso di me:
+ Ciao, scusa parli italiano?
– Si dimmi!
+ Ma tu coli con EasyJet?
– Mm.. si!
+ E perché sul led c’è scritto KLM?
– Non saprei, ma voli per Amsterdam delle 6.30, non penso ce ne siano molti, sarà una cosa loro, tra compagnie aeree!
‘Sarà una cosa loro, tra compagnie aeree’??????
Ma Michi ma cosa cazzo vai dicendo??? Perchè mai dovrebbe esserci scritto un volo per un altro? Non penso siano così burloni quelli delle compagnie aeree da mettere alla prova i loro passeggeri. Soprattutto non alle 6 di mattina.
Ovviamente era il gate sbagliato.
Una volta finita la fila, una delle hostess ci ha gentilmente fatto notare che quello era il volo KLM e noi avevamo il biglietto con EastyJet.
(…)
Arrivata al gate giusto, avevano appena aperto l’imbarco e chiaramente ero l’ultima stronza di una fila infinita di gente che si era alzata a velocità supersonica dopo aver visto una hostess avvicinarsi al banco.
Non ho neanche osato rimettermi a sedere per provare a dare una seconda possibilità alla mia teoria.
Anche perché, finito l’imbarco, tutti in aereo, ognuno seduto al proprio posto, annuncio del pilota ‘Causa nebbia il volo partirà tra circa due ore. Vi chiediamo di rimanere ai vostri posti comunque pronti per la partenza.’
Ah, ma che gioia!!
Quindi come dicevo, mai sfidare il sistema. E come cantavano ‘I fought the law and the law won’.
In ogni caso, almeno ero in aereo. Ma senza aver fatto colazione però.
Con la pancia che brontola e solo due galatine e un pacchetto di Fonzies nello zaino.
CAZZO I FONZIES!
No dai non posso. Chi mangia i Fonzies alle 8 di mattina? La signora seduta accanto a me ha appena ordinato assieme al marito, cornetto e cioccolata calda, che credo abbiano pagato con l’American Express Black, e intendo proprio regalandogli la carta di credito alle hostess perché non c’è altro modo sennò per prendere qualcosa da mangiare su un aereo. Manco su quello da pezzenti come questo.
Vabbè i Fonzies comunque non li posso mangiare, se li aprissi si sentirebbe l’odore fino in cabina di pilotaggio e m’immagino già il pilota farmi chiamare e sequestrarmi il pacchetto, per poi mang… No ok scusate, vaneggio quando ho fame.
Comunque stoica resisto.
Ma sogno un posto che mi faccia pancake giganti, caffè e mi dia quella sensazione di essere PRONTA, a scoprire.
Però almeno ho visto l’alba.