Tag Archivio per: olanda

Amsterdam viaggio sola Mai na gioia is the new Black

Amsterdam ancora

Amsterdam 

… dov’eravamo rimasti?

03 Dicembre 2017

Oggi va già meglio. Il clima da tregua, c’è freddo, nebbia, pioviggina un po’ ed è brutto.. no ok, forse solo io sto meglio oggi. Il tempo fa schifo uguale.

Non so, ma oggi sembra essere partita decisamente meglio. Meno stanchezza addosso, ma soprattutto ho fatto quello che faccio sempre, e che avrei dovuto fare anche ieri; ho spento internet, cuffie alle orecchie e ‘play’ sulla mia playlist. Cartina in tasca e via.

E lo so che sembra una cazzata, ma è anche per questo che nei viaggi da sola riesco a vivermi di più le città. Le sento.
Perché la musica, cambia il modo di vedere le cose. Un po’ come il vino. Forse per questo amo entrambi.

Ma dicevo.. Ho fatto una passeggiata a Vondel Park, una sorta di Central Park in miniatura. Ok il clima non è dei migliori per passeggiare nel parco, ma l’atmosfera domenicale si sente tutta.
L’ho attraversato tutto e … NO NO ALT!

Sono dentro uno splendido locale, seduta ad un tavolino fronte strada e proprio mentre stavo mentalmente dicendomi ‘Non posso tenere le cuffie mentre sono seduta in un bar, è da maleducati!’ è partita una delle canzoni della mia playlist proprio dalla radio del locale.
Quante probabilità ci sono? Tante, se si fosse trattato di musica commerciale.. ma non lo è.
(Ovviamente come sempre, a fine racconto pubblicherò, seppur gelosamente, la mia playlist.)

Ecco beh, a me queste cose lasciano sempre una strana scia addosso. Come se fosse, una sorta di ‘segno’!

OMIODIO!! DUE CANZONI! D U E C A N Z O N I.
Qualcuno si prende gioco di me!?

Vedi.. lo dico sempre. Le città sanno sempre come ‘recuperarti’.
Mi godo il momento, senza cuffie.
Caffé. Torta alla banana. Il mio diario.24989588_10213560670305354_872338847_n

Giornata all’insegna della più totale libertà. La bellezza di non avere un programma. La bellezza del rendersi conto di cosa significhi avere del tempo libero, che sia realmente tale.
Musei mi ero ripromessa di non visitarne, chiese nemmeno, ed essendo ad Amsterdam nota principalmente per questo (…si ok anche per i negozi di caffè.), non mi è rimasto che vagare.
E credo di averla girata veramente tutta. Evitando clamorosamente le vie principali, intasate di shopping natalizio. Mi sono persa per le viuzze laterali.

Quiete, bici e vetrate a vista.  25139095_10213560668265303_2140704730_o.jpg
Splendide vetrate a vista.
Lei al suo portatile, lui accanto sul divano e il gatto a guardare fuori dalla finestra.
La Domenica di Amsterdam.
Me ne sono innamorata.

Volevo anche cercare un posto, che meritasse la vista dall’alto. E proprio mentre mi avvivavo verso un posto consigliatomi, ha cominciato ad uscire un debolissimissimo sole.

Chiaramente appena sono uscita, ha ripreso a piovere, ma nulla di drastico. Ma forse non me ne sarei nemmeno accorta fosse scesa a secchiate… ero totalmente assuefatta da Amsterdam (infelice scelta delle parole si).

Stranamente non sentivo la stanchezza, a differenza del mio telefono che aveva bisogno di ricaricarsi. Breve sosta in ostello e poi a piedi tour dei canali.

Ero consapevole che sarebbe stato un giro infinito, ma alla fine nella scelta la barca e le mie gambe, hanno vinto le gambe.
Volevo più libertà!
Ed è stato giusto così probabilmente. E’ stato splendido. Amsterdam di sera è qualcosa di eccezionale.

amsterdam luci Camminando sono anche passata, per il quartiere a luci rosse. Anche lì vetrate a vista e zero tende per la privacy, ma scene leggermente meno poetiche di quelle che vi raccontavo prima.

Tra l’altro non so perché, ma nella zona dei Coffe Shop, io mi aspettavo scene apocalittiche, tipo festini di Silvio ai tempi d’oro. Gente sui tavoli a ballare, gente per strada denudata, Giucas Casella in testa ad un trenino cantando Maracaibo per le strade della città seguito da Snoop Dog.
Invece nulla di tutto ciò.
Solo occhi rossi alla Twilight e tanta pace.

Sono anche arrivata alla famosa scritta Iamsterdam. La foto seppur di rito, volevo farla.
‘Aspetto che si tolga di mezzo sto ragazzo. E poi sta ragazza..
Dai bambini spostatevi un attimo devo fare la foto.
Nooo la comitiva di turisti. MA TUTTI ADESSO?!
Non riuscirò mai a fare la foto…’ 25086566_10213560668345305_2017228834_o.jpg

Così per 20 minuti, sotto la pioggia. Finché non mi sono resa conto che bastava farla dall’altro lato al contrario, dove nessuno si metteva.
E poi girare la foto.
Un genio lo so.

Ma tornando al mio tour, gli ultimi 3km credo di averli fatti totalmente d’inerzia. Almeno fino a che non ho trovato un locale tipico dove mangiare. Nulla di che, ma indubbiamente qualcosa di nuovo al mio palato.
Breve passeggiata per smaltire e.. sono arrivata all’ostello 😑. Ma come?! Senza cartina?! Senza navigatore? Com’è possibile? C’ho messo 3 ore l’altro giorno anche con le indicazioni.
Culo sicuro. Anche perché mi conosco, so che se ci riprovassi probabilmente arriverei all’ostello dove alloggiavo a Stoccolma.

04 Dicembre 2017

Ultimo giorno.
E piove ovviamente, come in un qualsiasi Lunedì che si rispetti.
Oggi un po’ di stanchezza mista all’acido lattico la sento, quindi ne approfitto per consumare l’abbonamento ai mezzi.
Preso il famoso tram 2.
Quello che fa il giro completo.
Volevo vedere la periferia. Troppo facile innamorarsi del centro della città, addobbato a festa.

Tra l’altro avevo notato questa cosa delle case, tutte strette e altissime, e tutte con un gancio appeso sopra l’ultima finestra. Lì per lì non mi ero fatta molte domande a tal proposito.
Poi però ieri vagando a caso per un quartiere, ho avuto l’illuminazione.

Una persona affacciata al balcone del secondo piano e una davanti al portone d’ingresso, intente a sollevare un divano proprio con una sorta di carrucola attaccata a quel gancio.
Neanche da dire che sono rimasta a guardarmi tutta la scena.

Case piccole, scale strettissime e ripide. L’unico modo per far arrivare ai piano superiori qualcosa di pesante o ingombante, è proprio quel gancio..
Ecco beh… ora lo so.

Per quanto riguarda la periferia, nulla a che vedere con il centro. Casermoni e un silenzio incredibile.

Mi sono comunque goduta l’ultimo giro.
Il tempo di fare il tragitto al contrario ed era già ora di recuperare armi e bagagli.

Mi hanno chiesto che voto darei ad Amsterdam.
Ho risposto ‘ Ci scrivo su qualcosa per fare mente locale e decido.’. Mi tocca ora.
Però non l’ho ancora vista in primavera, con i suoi mulini, i tulipani e soprattutto il sole.
Facciamo che mi riservo il voto per il secondo round. 😎

Come promesso:
Per chi ha Spotify https://open.spotify.com/…/…/playlist/77KqMiDZi6a9dz3OBAs77f

Per gli altri J
The Parklands – Jimbo Scott
Dreams – Fleetwood Mac
Head On – Man Man
Feels like we Only Go Backwards – Tame Impala
Come to me – Lili & Madeleine
Impostors – The fratellis
Portinos For Foxes – Rilo Kiley
Lost it to trying – Paper Town
Such Great Heights – The Postal Service
Banana Pancake – jack Johnson
These Streets – Paolo Nutini
Atlas Hand – Benjamin Francis

viaggio weekend amsterdam

Un weekend ad Amsterdam

amsterdam 02 Dicembre 2017

Sono qua da boh, forse 5 ore e mi sembra di esserci da giorni.
Primo viaggio sola dopo tre anni, mi sono concessa il lusso di vagare a caso per la città per circa 3 ore, così per testare se c’era empatia tra noi.

Beh sapete una cosa? Non sento nulla. Letteralmente.
Sono completamente ibernata.
Splendida giornata di nebbia, così giusto per non farmi sentire la mancanza di casa (…).
E proprio per sentirmi come a casa alle 16 ho deciso che era arrivato il momento di fermarmi per riprendere quantomeno la sensibilità di mani, piedi e sentimenti.
Chiaramente da veneta volevo partire (per scaldarmi eh, non per attaccamento agli alcolici) con un’ombra, ma erano le quattro di pomeriggio, mi faceva brutto palesarmi cosi subito agli olandesi… e poi checazzo 6€ per un’ombra?!
Non glieli avrei dati manco fossi stata Peter Pan.

In ogni caso, ammetto che freddo e gelo, hanno un po’ gelato anche il mio entusiasmo iniziale. Io amo il cielo scuro, magari non proprio la pioggia battente quando sei per strada, ma non disdegno il brutto tempo… purtroppo però devo ammettere che il sole cambia tutto, le città, le persone e anche l’umore. E dunque, come direbbe qualcuno ‘Non girava proprio..’.

Quando sono uscita dal locale per avviarmi verso l’ostello, era già orario di aperitivo, no vabbè volevo dire che la luce aveva già iniziato a scendere.. per così dire, visto che Amsterdam sotto Natale è una colata di lucine che perfino Babbo Natale secondo me un po’ si stizzirebbe.
L’idea era tornare in ostello, mettermi all’incirca altri 16 strati di vestiti addosso, come quando in aeroporto la valigia pesa troppo e tu decidi che piuttosto che lasciare là anni di shopping ti devi far stare tutto addosso, e uscire poi per la cena.

Tornare in ostello? AHAHAHAHAHAHA.

Mi sono persa.
Ovvio.

Avevo la cartina, che fa sempre molto Hipster, ma era troppo buio e avevo le mani troppo ghiacciate per tenerla su. Avevo anche Google Maps che fa sempre molto persona normale, ma continuava a dirmi ‘Continua in direzione sudovest per 600m.’, ma io non sono Magellano e dopo la terza volta sono schizzata male e l’ho mandato a cagare al grido di ‘Ma si, goditi a pieno la città in maniera totalmente naturale, dove vai vai.’

Ma dove vai vai cosa? COSA? Che siamo a –4.
21 km.
V E N T U N O chilometri a piedi mi sono fatta.

Sono arrivata in ostello assomigliando tantissimo a Jack Nicholson in Shining. Chiaramente nella scena finale.

Imbottita di vestiti, caffè, scarabocchiato due/tre cose nel diario e via di nuovo.
Ero effettivamente stanca morta, un po’ per la sveglia alle 4, il freddo, i km e soprattutto quella sensazione ‘Di viaggio’. Non saprei come chiamarla, non so nemmeno se sono l’unica a provarla.. io amo viaggiare, lo amo davvero, penso sia lo scopo per il quale lavoro, per potermi permettere qualche ‘fuga’ ogni tanto, che mi faccia sentire appagata dalla vita, che mi faccia sentire viva e parte di un modo che piano piano sto scoprendo, che poi altro non è che lo scopo principale per il quale la maggior parte della gente viaggia. (VIAGGIA, non ‘va in vacanza’); ecco beh la sensazione del primo giorno di viaggio, aspetti aspetti aspetti e poi arriva quel giorno, ed è pieno di ansia, emozione, gioia, aspettative e mille altre cose.. ecco quella sensazione, crea stanchezza. Quella stanchezza.

Ma volevo uscire. Volevo Amsterdam. Il centro dell’Europa. 24956795_10213546539912103_1147622866_o.jpg

Quindi fuori, boccata d’aria gelida, ma ‘Freddo nun te temo più’ e via.. un labirinto di stradine, canali e case strettissime tutte uguali e diverse.
E di quelle, mi sono innamorata.
Fin da quando ero piccola, la cosa che amavo più fare era guardare la ‘vita’ dentro le case illuminate alla sera. La quotidianità degli altri. Il rientro nella comfort zone, dopo una giornata nel mondo. Lo trovavo confortante. Le librerie, i fornelli accesi, un cane che gironzola per casa.. non saprei spiegare.

Ecco beh, Amsterdam mi ha fatto tornare bambina. amsterdam finestre illuminate
Le case (TUTTE) alte e strettissime, sono dotate di di grandi vetrate a vista. Zero tende, o forse qualcuna ma comunque aperta a metà, per dare solo una mezza parvenza di privacy.
Se lo facciano per tradizione o per esibizionismo non lo so, ma è uno spettacolo.
Case perfettamente arredate, case disordinate, gente che cena con amici, gente che suona la chitarra, chi legge, chi scrive.. tutto ‘in vetrina’.
Ripeto, uno S P E T T A C O L O.
Ed è stato amore.

In questo loro ostentare il design sono molto simili agli svedesi, così come anche per l’abuso delle biciclette.
SI BEH.. anche qua vorrei dire: tutti tecnologici, tutti ecologisti, tutti in bici, MA IN MOTORINO TUTTI SENZA CASCO PERO’ EH.
Più che Venezia, a me ricorda Napoli..

Mi sono comunque fatta l’abbonamento per i trasporti pubblici, perché avevo letto che il BUS 2 faceva praticamente il giro ‘turistico’ della città e quindi volevo… no vabbè ero stanca di camminare!
Comunque anche i bus sono un casino e quindi sono riuscita a perdermi e mancare tutte le fermate e le coincidenze. Amsterdam 2 – Michi 0

Alla fine il ristorante l’ho trovato. Mi sono seduta e subito ho tirato fuori cellulare e diario. Avevo paura di non essere più ‘preparata’ a mangiare da sola.
Ho ordinato subito un calice di rosso, costava, ma dopo una giornata così non m’importava. Lo volevo.
Oltretutto di tutto ciò che avevo ordinato, era l’unica cosa che sapevo cosa fosse.
Era un semplicissimo rosso, ma al primo sorso mi è parsa la cosa più buona del mondo.
Ecco questa è una delle cose per le quali non scambierei mai il vivere in Italia. Il vino e gli aperitivi.
Sembrerà una cosa da alcolista, ma qualche amico, una bottiglia di vino, forse due.. e cambia tutto. Tutto.

Al terzo sorso, avevo già iniziato a sbadigliare. Non benissimo.

Arrivata la zuppa.. non so cos’abbia dentro ma somiglia tanto alla nostra pasta e fagioli. Ma spero sia solo somiglianza perché sono a dormire in ostello.
Accompagnata da un qualcosa di indefinibile, forse il loro equivalente di ‘cicchetto’. Una fetta di prosciutto (spessa quanto la crosta terrestre e fredda come l’acqua della doccia che faccio quando mia madre decide che è ora di lavare i piatti), messa sopra un quadrato di un boh ancora più freddo e con sembianze di pane scuro.
Non so cosa fosse. Non chiedetemi.
In ogni caso ho mangiato, anche perché escluse le due galatine e un waffle, ero ancora a stomaco vuoto da ieri sera.

Si lo so avevo ancora i Fonzies, ma li tengo per le emergenze, come quel pacchetto di crackers che tengo sempre in borsa per i momenti di carestia e che alla fine sono costretta a sniffarmi quando servono.

Oh è arrivato anche il secondo. Due specie di polpette arrotolate nel bacon, con contorno di patate e verdure, che sembrano verze (OSTELLO!!!!!)

Ora, io sono la prima a voler sperimentare le cucine locali e bla bla bla bla.. ma ragazzi, non ce n’è.

Sono le 21 e sono completamente sfatta. Pensavo che la sera avrei vissuto la movida, le luci, la città.. invece mi sto sognando il letto e il caldo.
Che sfigata. Come a New York la sera che ho preso sonno alle 18 dopo la doccia. Ma li potevo dare la colpa al jet lag, qua a chi do la colpa.. alla vecchiaia?

Neanche tempo di spegnere la luce, sono stata inghiottita in un buco spazio temporale.25035327_10213546755037481_729141462_o

Amsterdam viaggio sola Mai na gioia is the new Black

Amsterdam

Dopo cinque anni dall’ultimo viaggio da sola, rieccomi.
Amsterdam, arrivo