Ci vuole coraggio per chiedere aiuto dopo un attacco di panico!
Dopo un attacco di panico ci vuole coraggio a chiedere aiuto. Ci vuole coraggio ad affrontarsi.
E ci vuole ancora più coraggio a rialzarsi.
PSICOLOGO!PSICOLOGO!PSICOLOGO!
«Beh? Che stai a dì? Sei pazza?» Ecco vedi, uno nomina lo psicologo e si pensa sempre subito alla pazzia. Incredibile.
No dai a parte gli scherzi.. anche se non scherzo poi molto. Siamo nel 2019 sì, eppure quando qualcuno si fa sfuggire la parola ‘Psicoterapia’, non si sa come, inizia subito ad essere guardato sotto una luce diversa, con uno sguardo diverso. Non si è più una persona, si è solo un enorme punto di domanda «Oh mio dio ‘psicoterapia’, chissà che problema mentale avrà questo?» e inclinano la testa come fanno i Labrador quando hai del cibo in mano.
MA OH.
MA QUALE PROBLEMA MENTALE E MENTALE?
Semplicemente odio il 90% delle persone e non ho mai voglia di uscire al sabato sera. E allora?
«No dai davvero perché vai in terapia?»
Sembra una cazzata e invece è proprio così. Perché ci scherzo su?
Perché (per ora) io ho finito la mia psicoterapia. E no, non mi vergogno di dirlo. Perché non c’è e nemmeno dovrebbe esserci vergogna in questo. Anzi.
Dopo un attacco di panico, ci vuole coraggio a chiedere aiuto. Ci vuole coraggio ad affrontarsi.
E ci vuole ancora più coraggio a rialzarsi.
Quindi no, decisamente non mi vergogno.
Mi è stato chiesto di raccontare la mia esperienza, perché forse poteva essere d’aiuto per tante persone che come me prima, vivevano la vita scetticamente. Pensando che semplicemente tutta quell’ansia, quella paura, quel pensiero perenne alla nostra ‘comfort zone’ fosse la normalità, la routine.. fosse la vita. Beh non lo è.
Anche io ero scettica all’inizio. Si insomma dai.. Tutti provano ansia di sti tempi, tutti sono stressati… Non ho nessun problema più degli altri, non ho subito traumi.
E’ solo un periodo un po’ così, passerà. Invece non passa. Non è stress.
E’ come una nebbia scura, che si alza lentamente. Fino a che un giorno copre tutto. Tutto ciò che hai intorno. Non sai più dove sei, non sai come affrontare.
Non è un periodo. Non passerà.
Ecco beh io posso solo ringraziare il mio spirito di sopravvivenza, per aver premuto sull’acceleratore quando è stato il momento di farlo. Ringrazio di essermi data una possibilità.
Nonostante il mio scetticismo. Nonostante odiassi affidarmi a qualcuno. Nonostante il difficile probabilmente sarà adesso. Nonostante tutti i nonostante, io posso solo ringraziarmi, per essermi concessa tutto ciò, l’ansia, lo sbandamento, la terapia e soprattutto la consapevolezza di tante cose di me che prima non conoscevo, o forse si ma non ero in grado di capire realmente. Ringrazio di essermi data una possibilità.
Dopo un attacco di panico, ci vuole coraggio a chiedere aiuto.
L’Ansia non è una cosa che passa. Ho ancora molti momenti che faccio fatica a gestire, nonostante ora abbia gli strumenti per farlo… Ma come dicevo, il difficile inizia proprio ora.
Quando uscivo dalle sedute, mi sentivo ogni volta più forte.
Sentivo che avrei potuto spaccare il mondo.
Sentivo che non avrei avuto più nulla e che se qualcosa fosse tornata sarei stata pronta e capace di affrontarla.
Ma la tua mente è la tua mente, e sa perfettamente quando attaccare. Attacca quando sei più fragile. Quando magari hai la giornata ‘No’ e quando cerchi di affrontare ciò che prima non riuscivi più a fare. Lì attacca. E lì è molto più difficile combattere.
Vorresti solo dire: «No, oggi non esco scusate!»e stare a casa in pigiama, nella tua comfort zone. Solo che, almeno per me, per quanto mi facesse stare più tranquilla al momento , la mente sapeva di aver vinto ed era immediatamente pronta a ricordartelo, puntandoti il dito «Ecco hai visto?! Sei sempre la solita. Tutti escono, si divertono e te no!».
Fallimento, ansia, disagio, inadeguatezza.
Quello è il difficile. E’ proprio quello è il momento in cui bisogna combattere. Ma non abbiamo nessuno lì pronto a dirci come fare. A dirci quanto siamo più forti di quello che pensiamo di essere. Ci sentiamo solo terribilmente stanchi. Proprio sfiniti. Siamo stufi di sentirci inadeguati. Sembra tutto così facile per gli altri.. E’ vero tutti escono e io no. Perché? Cosa c’è che non va in me!
Ecco quella è la mente che rincara la dose. Che gongola per avercela fatta ancora. Ed è lì dove bisogna davvero combattere. E’ lì che bisogna davvero mettere in pratica tutto quello che hai imparato in terapia. E’ lì che scegli che tipo di possibilità darti.
«Ma cioè come funziona? Ti da degli esercizi?»
Si, esercizi, compiti per casa, prove da affrontare. Tutte cose che ti imbarazzerà fare. Ti faranno sentire idiota. Ma che se farai.. se ti fiderai davvero, arriverà il giorno nel quale sarai sola ad affrontare quello per il quale hai chiesto aiuto e lì ti accorgerai che tutti quegli esercizi e quei compiti e quelle prove, saranno la tua salvezza.
Io non so se sia ancora finita, non so nemmeno dire se finirà o se sarà per sempre una parte di me, ma so dire con certezza che sarò io a sceglierlo. E questa è la consapevolezza della quale vi parlavo prima.
Sarò io a scegliere. E si sarà un’arma a doppio taglio, perché avere il potere significa anche che se fallisci, fallisci tu. Più in alto sei più cadere farà male. Ma per ora non importa. Perché dall’alto la vista è decisamente migliore.
Va bhe ma filosofia a parte e menate varie, ci tengo a dire soprattutto che 30 anni, un lavoro normale, amici splendidi, famiglia e vita regolare, non sono per forza sinonimo di «Tutto bene grazie!».
E che uno sbandamento è concesso a tutti. Ma non lasciate mai che si prenda più di quello che deve. Se serve chiedete una mano… il mondo, anche se non sembra, sarà ben lieto di darvela. Fanculo lo scetticismo.
E scrivetemi se volete una spintarella.. CIN!