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Amare od odiare il Natale?

Abbiamo avuto tutti almeno un anno da: ‘Quest’anno il Natale non lo sento proprio. Non so perché. Starò invecchiando..

Si ok, ‘Almeno un anno’, forse suona un po’ riduttivo. Più di qualche anno, per le persone normali.

Purtroppo quando cresci, il Natale non lo vedi più semplicemente come il preparare un piatto di latte e biscotti prima di andare a letto o una corsa giù dalle scale al mattino per battere il record di scarto dei regali.


Quando sei adulto, il Natale lo vedi per quello che dovrebbe essere; la festa della Felicità e dell’Amore.

Ma se di amore non ne ricevi, o meglio non lo ricevi da chi vorresti o meglio ancora non riesci a ‘vedere’ ed apprezzare quello che ti arriva, allora il Natale non è altro che una festa che ti ricorda che anche in mezzo ad un sacco di persone, luci e regali, tu sei comunque da solo come un stronzo anche quest’anno.

Io sfido qualsiasi sigle, anche l’uomo o la donna più indipendenti e sereni del mondo, a non sentirsi un po’ a disagio, seduti in una tavolata in mezzo a parenti, chi sposato, chi fidanzato, chi figliato.. con lo zio un po’ viscido che ti bacia sulla guancia sapendo da pipa, la zia che ti dice di vederti invecchiata e la nonna che ti chiede come mai una bella ragazza come te sia ancora single.. Beh sfido chiunque a non sentire un leggero senso di vuoto dentro.

Odiare il Natale?

Ma in realtà nessuno odia davvero il Natale, lo si odia quanto un amico sincero che ti dice in faccia quello che pensa. E’ doloroso certo, ma solo se sappiamo che ha ragione.
E se noi siamo quelli seduti perennemente dalla parte del torto, allora la ragione è seduta esattamente di fronte a noi a quel tavolo in mezzo ai parenti, chi sposato, chi fidanzato, chi figliato.. con lo zio un po’ viscido che ti bacia sulla guancia sapendo da pipa, la zia che ti dice di vederti invecchiata e la nonna che ti chiede come mai una bella ragazza come te sia ancora single.. è seduta li e ci guarda, e si gode la scena.

odiare il natale

Io quest’anno come l’anno scorso, sarà per l’Amore, ma lo sento.. e quindi vi è andata bene, sennò questo post sarebbe stato un inno al ‘Christmas Blues’, alla malinconia natalizia, del tipo ‘Mainagioia is the New Buone Feste‘, all’odio verso Mariah e Bublè, verso l’odore di cannella e verso la marea di gente presa dallo shopping, O verso i mariti che sorridono alla moglie durante il pranzo e appena distolgono lo sguardo controllano se la tipa che sentono su IG ha pubblicato una nuova storia da zozza.

COSE CHE COMUNQUE ODIO, ma almeno quest’anno sopporto.

O amare il Natale?

E invece no.. quest’anno lo sento davvero.
Sento il profumo…
Sento mia madre lamentarsi e minacciare tutti che l’anno prossimo si va in ristorante e lei non farà più nulla. ..
I nastri dei regali scartati, sparpagliati in mezzo alla tavola a fine pranzo..
I soliti aneddoti di quando si era piccoli, che si raccontano da 30 anni ma che fanno sempre (più o meno) ridere. O forse è il vino, non saprei dire.
La frutta secca.
Balto in tv.
E la felicità, quella che dura giusto il tempo di accorgersene.

Alcuni quest’anno forse lo sentiranno di più, altri lo odieranno ancora di più.
Tanto a lui non importa, ci riproverà comunque ogni anno.
Quindi da qualsiasi parte del tavolo voi vi troviate seduti, BUON NATALE!

Chi ha paura della paura?

Chi ha paura della paura?

Ci ho pensato molto prima di scrivere ciò.
Ho cancellato e riscritto più volte, pensando che forse era qualcosa di troppo intimo da esternare…

Ma poi ho pensato; quando ho aperto il blog e la pagina, aldilà delle cazzate buttate qua e là ogni tanto per alleggerire un paio di minuti di giornate a volte infinite, lo scopo era proprio quello.. non tenere più solo per me, pensieri che avevo su quello che succedeva attorno una volta alzato un attimo lo sguardo dall’inerzia di tutti i giorni.

Scriverli e condividerli, con la speranza di arrivare soprattutto a coloro che magari avevano lo stesso pensiero, ma non la stessa possibilità di esternarlo.
E quindi era giusto che anche questo venisse fuori prima o poi… non è piacevole, non è divertente, ma forse,  farà sentire qualcuno meno solo.

Perché questo è il problema di questa questione.. che gli attacchi di panico, perchè di questo parliamo, ti fanno sentire solo.. estremamente solo.
Paradossalmente.. visto che metà della popolazione mondiale ne soffre.

Ci si incontra al solito bar, ci si schiaffa in faccia un sorriso e ci si siede in compagnia, facendo finta vada tutto bene, pregando che non capiti.. quando magari la persona seduta di fronte a noi sta facendo lo stesso. E magari invece servirebbe solo uno sguardo e un “Ma tu come hai fatto? Come fai a superarlo?”.

Parlarne. Parlarne serve. Come sempre nella vita, scavare e abbandonare per un po’ i soliti discorsi di proforma che mettiamo per contorno in tutto, male non ci fa’.

Soprattutto perchè volente o no, siamo tutti nella stessa barca, chi più chi meno, nella vita affrontiamo giornalmente un diasagio… che si amplifica in maniera esponenziale sulle persone che, dovrebbero invece, concentrarsi di più sui discorsi di proforma che su quelli esistenziali.

Solo che gli attacchi di panico non sono un qualcosa che puoi spiegare o di cui chiacchierare…anche perché tante volte non sai nemmeno cosa succeda.
Nessuno è preparato a questo. Arrivano e basta.. anche a chi ‘Ah io non ho mai avuto nulla del genere!’

Chi ha paura della paura?

Magari al cinema, una domenica pomeriggio.. un secondo prima stai guardando il film e un secondo dopo inizi ad avere i brividi, il cuore accelera e non capisci, il respiro inizia a mancare, la gente è tutta lì tranquilla chi ride chi mangia i popcorn.. come fanno a stare così? Come fai tu a stare così? Cosa sta succedendo?

Oddio mi viene da vomitare.. devo uscire, subito! Ma è buio, la sala è piena, il film è a metà.. NO NO DEVO USCIRE! CAZZO Non riesco a respirare!
Se va male, quando finisce ti accorgi di aver perfino le guance rigate di lacrime senza nemmeno averle sentite scendere.. È la paura! Paura perché non sai cosa ti sta succedendo. Paura perchè non sai cosa fare. E non vedi l’ora di tornare a casa tua. E intanto non respiri.

Cos’è stato? Cos’è successo?
È stato orribile.

Era un attacco di panico.

Di panico? A me?
Ma se ho una vita praticamente perfetta. Amici, Amore, una bella famiglia e un buon lavoro. Non ho mai avuto nulla del genere..

Beh l’hai avuto, quindi qualcosa deve pur esserci.

Puoi mentire agli altri, non alla tua mente. E se tu non vuoi o sai ascoltarla, il modo lo troverà lei per te.

E da lì cambia tutto. Tutto è un po’ più pensante, puoi far finta di nulla sperando non capiti più, ma rimane lo strascico di paura.. e la paura signori, è una brutta bestia.
Perchè sapete cosa c’è di peggio della paura? La paura della paura.

Che potrebbe sembrare una supercazzola e invece..

Chi ha paura della paura?   

Attacchi di panico ansia libro rimedi

Il libro che mi ha aiutato di più contro gli attacchi di panico. Chiaro, reale e con esercizi pratici per superare i momenti peggiori.

Paura di uscire troppo distante da casa.

Paura di stare in mezzo a tutta quella gente che vive tranquilla, senza vedere cosa ti stia succedendo  dentro.

Paura di non sembrare ‘normale’.

Paura ad uscire dalla comfort zone. Comfortzone che nei casi più gravi non esiste più, perchè se prima non vedevi l’ora di arrivare a casa, da ovunque fossi, per distenderti e aspettare che il cuore rallentasse, ora non puoi più.. perchè nel cuore della notte ti svegli ed è il panico. E sei sola.

Paradossalmente sola.

Perchè se solo chiedi un piccolo aiuto, potresti in realtà renderti conto che metà del mondo si sente solo quanto te e l’altra metà, seppur non capendo di cosa parli, tenderà una mano.

Non siamo soli.

Abbiamo la nostra amica ansia con noi, che non ci abbandonerà mai.

Tanto vale offrirle da bere e farci due chiacchiere.

E comunque, se chiediamo aiuto, ci saranno molte più persone a tenderci la mano di quelle che solo immaginiamo.   ‘LEGGI QUI

non concudere mai nulla main una gioia

Iniziare sempre, concludere mai!

La nobile arte del lasciare tutto a metà e non concludere niente

Iniziare di tutto, ma non finire mai nulla. Si esatto, credo che lasciare tutto a metà possa essere un’arte.
Credo anche che la mancanza di ambizione, cosi come l’eccesso, siano difetti. Ma non l’ho sempre creduto eh.
Non sono una persona ambiziosa’, l’ho sempre detta con una nota di pregio. Come se questo mi salvasse. 
Vedevo i miei amici, farsi il culo, per loro o per volere dei loro genitori. Laurearsi perché, ‘La laurea serve’. 
Tralasciando il discorso sociopolitco secondo il quale non c’è lavoro per i laureati perché sono troppi, ecc..

Ma laurearsi per cosa? Per fare un lavoro che fosse sopra a quello dei ‘non laureati’. 

Non posso fare il barista a vita. Non voglio fare la commessa per sempre. Ma perchè?

Forse per questo non ho mai continuato gli studi, né ho mai avuto ambizione. Ho sempre visto il lavoro, semplicemente come un lavoro.
Otto ore mie, equivalgono a otto ore tue. Serve semplicemente perché serve.
A tal proposito sarei curiosa di sapere quanti di quelli laureati, che fanno un lavoro trovato per laurea, sono più soddisfatti e felici di quelli che non lo sono. E viceversa.

Una volta ho visto un monologo di Steven Spielberg, nel quale diceva che i sogni non sono cose che ti sogni e poi accadono. Non ti appaiono all’improvviso davanti urlandoti, ‘Ecco quello che sei e che dovrai fare per tutta la tua vita’.

No.  I sogni sono piccole vocine, piccoli istinti dentro di te, che a volte sussurrano e altre tacciono. E sta a noi saperle ascoltare e soprattutto interpretare.
Ma si, quindi quando sarà ora capirò cosa vorrò essere da grande. Saprò quale sarà la mia ‘vocazione’.

MA NON E’ VERO UN CAZZO.

Io sono grande ora, e non ho capito nulla, anzi.
Quando andavo a scuola ero brava a scrivere, mi è sempre piaciuto. Pesavo già all’epoca 50kg quindi sognare di fare la ballerina non mi pareva il caso, ma la scrittrice.. beh quello potevo sognarlo si. E ho sempre scritto.. il diario, le lettere, i post..

Amo quello che scrivi’. Grazie 🙂
Ti va di scrivere qualche articolo per noi?’. Oddio dite davvero?! Certo!
Dovresti aprire un blog!’.
Allora penso che forse davvero dovrei credere di poter scrivere seriamente.

A volte sono la, con il mio pc, il mio calice di rosso e tutto sulla tastiera scorre da solo, non mi accorgo del tempo che passa, non mi accorgo di nulla intorno, finchè non premo ‘INVIO. Altre passo mesi ad aver mille pensieri e non essere in grado di buttar giù nulla, pensando siano una marea di stronzate generate dalla mia testa e che nessuno vuole sentire. Altri ancora tabula rasa.

No non dovrebbe essere cosi. Uno scrittore è uno scrittore. Se fossi brava saprei cosa scrivere. Se fossi brava qualcuno si accorgerebbe di me magari. Naaaaah! Meglio tornare alla vita normale.

E le foto? Ho sempre amato le foto, fin da piccola. Avessi potuto avrei immortalato qualsiasi cosa.
Bellissime foto, mi hai fatto venire una voglia di visitare quel posto.’ Grazie .
Ti mando il link per un concorso di fotografia, secondo me potresti provarci’

E fotografo, fotografo tutto. Immortalo momenti in cui mi sento felice. Immortalo angoli di vita che incontro. Lui mi lascia la sua macchinetta professionale per un pomeriggio e io mi sento come una bambina a spasso per le strade di una città nuova, ma che è sempre stata la mia in realtà. Magari dovrei fare un corso.   Magari dovrei crederci un po’ e provarci.

UUUUUUh guarda che bella questa foto. E questo fotografoooooo. No vabbè io non le farò mai così.
Lasciamo perdere.
Qualcosa più fattibile per me. Pensa Miki, pensa a cosa ami fare.  Beh bere. Potrei fare un corso di Sommerlier.
No dai basta!!!
E così in loop.

Perché bisogna per forza essere bravi in qualcosa

..O avere qualcosa che ci differenzi dagli altri?!
Perché semplicemente non posso essere una commessa, che si fa le sue 8h al giorno per guadagnare abbastanza da potersi permettere di viaggiare, scrivere e fotografare. E bere si d’accordo..

In ogni caso anche a noi ogni tanto capita qualcosa di bello (QUI)