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L’insicurezza è donna

L’insicurezza è donna

Sono giorni che continuano a balenarmi in testa cose come ‘𝘌 𝘴𝘦 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘥𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘪𝘭 𝘣𝘭𝘰𝘨? 𝘊𝘩𝘪𝘶𝘥𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢? 𝘌 𝘴𝘦 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘥𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘢𝘭?’, si insomma voglio dire, il mondo è saturo di blogger no?! Abbiamo tutti qualcosa da dire che qualcuno avrà già detto, abbiamo tutti qualcosa da fotografare già fotografato da altri, abbiamo tutti raccontato di una città vista e già raccontata mille volte da altri occhi… perché continuare a provarci?

E se tornassi a scrivere nel diario solo per me? Se tornassi dal viaggio con il mio diario di bordo pieno di tutto e lo tenessi solo per me e per i miei eventuali futuri figli?

Avevo questa sensazione di essere satura anche io di tutto questo. O forse era semplicemente il ciclo. Subdolo malefico, che ti fa vivere tutto come se stessi per crollare..’’Oddio un gattino che passa attraverso un cancello!’’

Se vedessi per la prima volta la faccia dei figli di alcuni miei compagni delle elementari solo durante una passeggiata incontrandoli per caso, anziché vederli in foto su Facebook appena usciti dalla sala parto?  Se per vedere le foto di un viaggio fatto da alcuni amici dovessi aspettare di averli a cena e sentire live il loro racconto mentre sfoglio le foto? Se facessi gli auguri solo alla gente della quale ricordo davvero il giorno del compleanno? Se tornassi a leggere le etichette dei detersivi mentre sono in bagno? Se tornassi a casa, mi buttassi in divano e guardassi davvero la tv facendo davvero attenzione a quello che sto guadando ? Si insomma.. come sarebbe?

LACRIMONI. COSI A CASO.

E quindi continuavo a chiedermi ‘Perché continuare?’, ‘Sto davvero creando qualcosa? Qualcosa che voglio? Qualcosa che serve? Qualcosa che MI serve?

Poi dal nulla come se in realtà mi trovassi in The Truman Show, mi sono arrivati 4 messaggi sulla pagina.

Ecco e quindi mi è tornato in mente il perché lo stessi facendo. Non è per i like o per i followers o per i viaggi gratis (che comunque non butto via eh), ma è perché in un mondo come questo, sapere di riuscire ad“arrivare”  a qualcuno che magari abita dalla parte opposta del mondo e che in un modo o nell’altro è uguale a te, e ha addirittura sentito il bisogno di dirtelo, è BELLO CAZZO! E’ davvero bello.

E quindi ho smesso di chiedermi se fosse giusto continuare ascrivere e ho invece iniziato a chiedermi da quand’è che noi donne siamo così insicure di noi? Anche quando l’Universo ci lancia dei chiari segnali che non siamo poi cosi male.. Perché abbiamo cosi  tanta paura di tutto un minuto prima di riuscire a farcela?

  • Una ragazza che mi aveva scritto poco tempo fa’,dicendomi che leggeva sempre i miei ‘racconti’ e avendo intuito che avevo un po’ stravolto la mia vita quest’anno, voleva sapere da me, come avevo fatto a trovare il coraggio. A ME?  (sapete quando vi girate per vedere se stanno davvero salutando noi o se quello dietro? Ecco così) Beh mi ha riscritto poi per dirmi che aveva mollato il lavoro ed era uscita dalla sua comfort zone e che nonostante avesse una paura fottuta ora, era aperta a quello che sarebbe potuto succedere.  
  • Un’altra ragazza per dirmi che dopo aver letto più e più volte il racconto del mio viaggio a NY da sola, aveva finalmente trovato il coraggio di prenotare anche per lei. Anche lei stufa di aspettare il periodo giusto, gli amici liberi, le ferie.. E voleva farmi sapere che se stava partendo anche lei da sola per un viaggio come quello, era grazie a me.
  • Un’altra ragazza ancora che, addirittura premettendomi che non sapeva se avrei mai letto quel messaggio, (stessa reazione avuta per la ragazza n.1, ‘Io? Perché non dovrei rispondere? Non sono mica “BIONCE’”!)voleva semplicemente ringraziarmi (Ringraziare me?).. Si,ringraziarmi perché aveva finalmente deciso di aprire anche lei il blog e riuscire finalmente a rendere pubblici tutti i suoi pensieri, ovviamente nel senso più poetico della frase. Che anche se non se lo cagava nessuno, aveva comunque fatto qualcosa di ‘grande’ per lei.

L’insicurezza è donna

Settimana scorsa sono uscita da una seduta di terapia, che mi sentivo completamente svuotata e assolutamente fortissima.

(Apro una breve parentesi, in tanto mi hanno detto  che sono la prima che sentono parlare cosi apertamente di ‘Terapia’, senza vergogna o imbarazzo. Inizialmente mi dicevo che forse stavo sbagliando qualcosa. Che forse tutta questa empatia verso le persona, mi portava a parlare di cose che forse avrei dovuto tenere per me. Poi però ho iniziato a chiedermi perché? Perché avrei dovuto non parlarne o addirittura esserne imbarazzata? Ero certa che molta altra gente si trovasse nella mia stessa situazione e non capivo perché avrei dovuto tenere per me pensieri, progressi e altre cose che avrebbero potuto essere d’aiuto anche a loro? E quindi spallucce, racconto quello che voglio. )

Sono uscita dalla seduta con il compito di parlare con una persona a me vicinissima ma con la quale non riuscivo a ‘parlare’ da anni. Cosa facile in apparenza, ma impossibile per me. Se me lo avessero chiesto a inizio anno avrei risposto ‘GIAMMAI!’. Un paio di mesi fa avrei detto ‘Posso provarci’. Ora invece non posso più ‘provare’ a fare le cose, il condizionale non è più utilizzabile. Ora le cose le ‘Faccio’.

E l’ho fatto. Mi sono sentita invincibile. Una sorta di Wonder Woman. Come se da li in poi qualsiasi cosa avessi voluto fare o essere,avrei potuto farla.

Si certo, questo succede nelle belle giornate, quelle con il sole e il buon’umore. Ma in quelle con il cielo coperto, il freddo, i capelli crespi, la pancia gonfia, gli ormoni un po’ sballati.. un’ora di tapis roulant ti sembra un obbiettivo troppo impegnativo, di leggere il libro che ti sei prefissata di finire entro due settimane, non hai voglia, non ti viene nulla da scrivere… ecco in quei giorni è tutto molto più difficile!

Ed ecco che allora torna quella voce, quella che ti tartassa la testa, quella che sto cercando discacciare in tutti i modi.. quella che ti ripete “Eccoti qua, ora si ti riconosco, sempre la solita.. Approssimativa in tutto. Che senso ha che ti impegni, se tanto poi finisce sempre allo stesso modo e non riesci mai a concludere nulla?”. Quella voce. Quella che ti fa sentire sempre sbagliata, inadeguata e invece di spronarti  a spingere di più, ti tira indietro come se avessi una corda attaccata.. e tira, tira fino a che molli!

Molli perché forse ha ragione.

Ma NON E’ VERO CAZZO, NON CE L’HA MAI.

E’ vero è  pieno di blogger o scrittori più bravi, è pieno di fotografi davvero capaci, è pieno di cuochi, è pieno di persone migliori che fanno tutto meglio di noi. Ma non sono noi. Non usano le nostre parole,  non fanno le nostre foto e non cucinano i nostri cupcakes…

NON
SONO
NOI.
Quindi sì basta ‘provare’ a farcela. UNA VOLTA OGNI TANTO FACCIAMOCELA E STOP .

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La rivincita delle persone normali

La rivincita delle persone normali

Ho sempre pensato che la mancanza di ambizione, così come l’eccesso, fossero da considerarsi difetti in una persona.
E forse per questo non mi sono mai posta degli obbietti nella vita.. tanto meno dei sogni.
Mediocre in tutto, eccelsa in niente” come mi disse una volta qualcuno.

Questo un po’ per la paura di fallire e un po’ (molto) perché qualsiasi cosa mi avesse portato via del tempo di oggi, per raggiungere un qualcosa ‘forse’ domani, non lo ritenevo meritevole. O tutto subito o nulla.

Non ero mai pronta a sacrificare qualcosa del mio oggi, per magari non aver nulla domani se non una delusione..
Mi nascondevo sempre dietro proforma tipo “Ma dai per cortesia, non sei così brava! Accontentati di quello che fai, come lo fai! Accontentati delle piccole soddisfazioni giornaliere! Per raggiungere i propri sogni, bisognerebbe innanzitutto averne e poi dovresti impegnarti e iniziare a sacrificare qualcosa, così funziona!”
E puntuale come il ciclo il giorno prima della partenza per le vacanze, mollavo la presa e mi rispondevo “Ma si infatti non ne vale la pena.. E poi che sogni ho io? Non ho mai avuto sogni ne ambizioni. Ho solamente cose che mi fanno stare bene nella vita certo..
Scrivere e viaggiare. È ovvio che sarebbe un sogno poterlo fare. Chi non lo vorrebbe?
Ma siamo nel 2018, sei in micro pesce in un oceano di pesci molto più grandi, più preparati e più coraggiosi di te.”
‘E meritevoli anche vorresti aggiungere?’
Beh si.
Perché questo è il punto. Se nemmeno credi di meritartelo, allora non ci crederai mai davvero per potertelo permettere.
E continuerai semplicemente a stare nel tuo, nuoterai sempre stando vicino al tuo scoglio e ti acconteterai! Perché nella vita, soprattutto quella al tempo dei social, devi saperti accontentare..
” Che bella questa foto su Instagram; questa ragazza bellissima con il suo cappello in paglia, il suo vestito bianco, mentre cammina nelle vie di questo paesino con le case i mattoni e tutti i fiori colorati sui balconi”
Che bello dev’essere poter vivere così, in giro per il mondo con il mio diario e il mio fotografo . A vivere il mondo come andrebbe vissuto per una vita sola che abbiamo..
A scrivere i miei appunti mentre facendo colazione dall’altra parte del mondo, osservo lo scorrermi davanti di una quotidianità che non è la mia, cercando le giuste parole per trascrivere quel momento e raccontarlo a chi vorrà poi leggerlo…

IUUUU UH!! TORNA TRA NOI!!!
Sospiro e torno alla realtà si.

La rivincita delle persone normali

Certo è una vita invidiabile quella, chi non la vorrebbe?
Ma quella è l’eccezione, non la regola!

E poi ripeto, bisogna volerlo davvero qualcosa, per poterlo raggiungere così. Ma cosa ancora più difficile, bisogna sapere di volerlo.
Non so voi, ma io la domanda ” Ma tu dalla tua vita, cosa vuoi?”, l’ho sempre evitata, come si evita il proprio ex se ce lo si ritrova ad una festa.
Ogni tanto sì, capita di farsela. O di sentirsela fare. Ma quasi mai di prendersi più di 10 secondi per rifletterci davvero.. Perché?
Perché domande come questa fanno estremamente paura!
Paura di non sapersi dare una risposta e ancora più paura di sapersela dare invece.

Ecco beh.. qualche giorno fa qualcuno me l’ha fatta. Qualcuno che voleva saperlo davvero.
Qualcuno al quale avrei dovuto rispondere davvero.
E ho risposto. Seppur con le guance rigate, come se dentro di me cuore e testa stessero facendo a pugni tra loro!
Ma ho risposto.
Voglio fare questo nella vita!
Voglio vedere il mondo e raccontarlo a modo mio a chi vorrà leggerlo.

Non sarò la più brava a scrivere, né a far foto, né avrò mai quel cappello in paglia, né tantomemo verrò pagata per farlo.. Ma non fá nulla!
Voglio fare quello.
Studierò per migliorare.
Lavorerò per potermelo permettere.

E ogni volta che farò ritorno al mio scoglio, sarò ogni volta più soddisfatta di me.

La rivincita delle persone normali

Una volta avrei finito il post dicendo “Ma poi.. apro gli occhi e torno alla realtà. Alla routine, al lavoro e ai soliti like messi su Instagram.”

Stavolta no.. Perché per quanto tu ci metta per deciderti a farti quella domanda o ad ammetterlo a te stessa, sai già cosa vuoi. E in un modo o nell’altro il tuo modo di fare ti porterà inconsciamente a capirlo, che tu lo voglia o no.
E mentre io settimana scorsa cercavo risposta, mi è arrivato questo messaggio: “Ciao, è un po’ che seguo quello che scrivi.. È vorrei chiederti di fare da travel blogger per il nostro viaggio!” (Grazie LISA)

E quindi sì, non sarò la più brava, nè la più bella come quelle ragazze bellissime su Instagram.. Ma beh ecco, anche noi ragazze normali ogni tanto (non sempre) possiamo farcela!

… vuoi vedere che mi tocca cambiare il nome della pagina con ‘Ognitantounagioia Is The New Black’ o addirittura iniziare ad essere felice di me?!ll